Äèêèé àòîì 20 ëåò ñïóñòÿ... l atomo selvaggio 20 a
ÂÅÐÀ ÆÓÐÀÂÅËÜ
VERA ZHURAVEL
Ucraina – Italia
Zhuravel V. N.
«ÄÈÊÈÉ ÀÒÎÌ 20 ËÅÒ ÑÏÓÑÒß…»
“L’ATOMO SELVAGGIO 20 ANNI DOPO...”
Libro primo.
Libro bilingue.
“A PRIOPI PRINT”
2007
Questo libro vuole ottenere l’attenzione della comunita mondiale verso tantissimi e poliedrici problemi attuali di Chernobyl, (la citta si trova nella parte settentrionale dell’Ucraina). Problemi che non sono diminuiti dopo due decenni dall’esplosione dell’impianto nucleare, ma al contrario, continuano a crescere.
Il libro ; dedicato a tutte quelle persone che dal 1986 ad oggi difesero e difendono il Mondo dall’incubo dell’atomo selvaggio nascosto, fino a un certo punto, sotto il rifuggio-Sarcofago del quatro reattore. La centrale nucleare di Chernobyl, bench; spenta definitivamente dal 2000, non ; ancora messa in sicurezza. In particolare, l’impianto ¹ 4, distrutto dall’esplosione.
* * *
D E D I C A T O:
Alla societa e ad ogni singola persona vittime dell’esplosione
dell’impianto nucleare di Chernobyl (Ucraina):
- ai liquidatori* che, a costo della vita loro, hanno salvato il mondo dalla
catastrofe nucleare;
- ai civili, che hanno perso non solo le loro case e loro beni tanto sudati, ma
anche i loro parenti e la loro salute;
- alle persone che, con grande forza di volont;, continuano a credere nei valori umani eterni come la fratellanza e la solidariet;, e proseguano la lotta per la Vita, la Dignit;, la Pace e la Sicurezza.
* Sono le persone che con tanta abnegazione, e a costo della lopo vita e della lopo salute, hanno fermato l’incendio e la diffusione delle radiazione nucleare, e hanno costruito con tanta fatica il rifugio-sarcofago. Tra loro: pompieri, militari, poliziotti, scienziati, costruttori, ingegneri, medici e migliaia di operaie civili. Molti tra loro gi; morti. I sopravvissuti soffrono di malattie devastanti.
* * *
DALL’AUTTRICE V. ZHURAVEL:
I ricavi dalla vendita di questo libro saranno impiegati per sostenere Progetti Internazionali reali e concreti volti a prestare aiuto alle vittime.
Ciascuno di Voi che compra il libro, compie un atto di solidariet;: dateci una mano per i malati e bisognosi acuto.
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«Loro pensavano che questo ; l’atomo pacifico…
No! Questo ; l’atomo selvaggio!!!»
P¸tr Paletaev
“Non di quacuno dall’alto ma della nostra letteratura sono ricordati tutti coloro che sono andati per primi nell’inferno atomico del quarto reattore e hanno deviato una minaccia da tutti noi.
Io ho scritto poche poesie di questa catastrofe planetaria, ma tutte sono dettate della mia anima.“
Boris Olijnyk
Eminente poeta
ed eroe dell’Ucraina, vincitore del Premio Nazionale Taras Shevcenko, del Premio Internazionali di G. Skovoroda e “L’amicizia”; membro effettivo dell’Accademia Nazionale scientifica ucraina e dell’Accademia Internazionale Slava; presidente della Fondazione ucraina della Cultura.
“Della tragedia di Chernobyl scrivono innumerevole autori.
Noti ed esordienti.
In prosa e in poesie. In musica e su tela.
Scrivono in diverse angoli del globo terrestre.
Scrivono col sangue del proprio cuore.
In memoria degli esseri umani bruciati nella fiamma nucleare.
Per non dimenticare coloro, che sono tormentati anche oggi del dolore corporale e morale.
Scrivono nel nome delle generazioni futuri.”
Vera Zhuravel
Giornalista-scrittrice,
Membro dell’Unione Nazionale dei giornalisti ucraini-Kiev; vincitrice del Premio Internazionale della Cultura (a Roma) - Trofeo "MEDUSA AUREA";
Fondatrice e presidente dell’Associazione culturale Italo/Slava
“IL VOLO DELLA GRU”
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PREFAZIONE
DELL’AUTRICE
Questo libro vuole ottenere l’attenzione della comunita mondiale verso i tantissimi e poliedrici problemi attuali di Chernobyl, (la citta si trova nella parte settentrionale dell’Ucraina). Questi problemi non sono diminuiti dopo due decenni dall’esplosione dell’impianto nucleare, ma al contrario, continuano a crescere.
Il libro ; dedicato a tutte quelle persone che dal 1986 ad oggi difesero e difendono il Mondo dall’incubo dell’atomo selvaggio nascosto, fino a un certo punto, sotto il sarcofago del quarto reattore. La centrale nucleare, bench; spenta definitivamente dal 2000, non ; ancora messa in sicurezza. In particolarmente, l’impianto ¹ 4, distrutto dall’esplosione.
Oggi, il rifuggio-sarcofago che copre dal 1986 il quatro reattore, ; vecchio, decrepito e insicuro. Nonostante gli sforzi accaniti del personale e delle squadre di operai e costruttori ucraini, che lavorano quotidiamente sulla cupola di calcestruzzo in condizioni pericolosissime, le crepe continuano a formarsi.
Attualmente l’area delle crepe, come testimoniano gli specialisti, ; estesa pi; di 100 metri quadrati. Che accade in basso, dentro il reattore distrutto (il reattore, che ; esploso il 26 aprile 1986 nella notte tra venerdi a sabato – alle ore 01. 23. 48”) nessun lo sa con certezza. Perch; ancora oggi, nei locali ; presente una radioattivit; altissima e non c’; modo di analizzarlo.
Si ; tentato con dei robot, come per esempio “Pioniere” (questo tipo di robot ; stato inviato sulla Luna), ma dentro l’impianto nucleare esploso ci sono macerie cosi grosse e altamente radioattive, che anche il robot non ; riuscito di superarle.
Alcune apparecchiature automatiche di monitoraggio all’interno di un ammasso caotico di materiali infiammabili, grafite, ferro, cemento armato etc., le quali hanno fissato per sempre anche molte tonnellate di polvere radioattiva, segnalano che c’e l’attivit; di neutroni, ma per ora, secondo gli scienziati, non ci sono le condizioni critiche che possono creare una reazione atomica a catena.
Ma per quanto tempo?
Se durante l’esplosione e l’incendio dell’impianto atomico del 1986 si sono disperse nell’ambiente 7 tonnellate di combustibile nucleare (cio;, circa il 3, 5% come hanno ipotizzato), dove sono finite le altre 160-180 tonnellate?* Non lo sa nessuno.
Dopo l’esplosione ; fuoriuscito il 100% di gas inerte, il 20% di iodio radioattivo-131, il 13% di cesio-137 etc. Una quantit; di sostanze mortali superiori a quella di Hiroshima. Nell’inferno atomico di giapponese sono stati rilasciati 3 milioni di curie. A Chernobyl da 50 a 200 milioni curie.
Il Guinnes dei primati riferisce che dopo la catastrofe tecnologica di Chernobyl sono stati sottoposti ad irradiazione 1, 7 millioni persone e avvelenato un territorio di pi; di 28 000 chilometri quadrati. Questi dati per; non tengono conto delle vittime successive, causate delle malattie mortali contratte in seguito.
E se 10 giorni dopo lo scoppio, le nuvole radioattive arrivarono in USA e Canada, cosa succeder; al territorio ucraino e al Mondo intero se il Sarcofago dovesse cedere? Le radiazioni, come gi; sappiamo, non hano frontiere e non contano distanze.
La tragedia di Chernobyl ancora non ; finita. Al contrario, continua. I problemi esistenti dal 1986 diventano sempre pi; acuti e creano moltissime nuove disgrazie umane. La penetrante e continua irradiazione, seppure con dosaggi mediocri, ha influenza negativa sulla salute e le morti premature continuano a portare via tanta gente.
“Al 1° gennaio 2006 in Ucraina 2. 594. 071 persone risultavano essere vittime dell’incidente avvenuto nella Centrale nucleare. Attualmente, in Ucraina, ci sono circa 17 000 famiglie che ricevono agevolazioni in seguito della perdita dei propri capofamiglia deceduti in conseguenza delle radiazioni sprigionatesi.”
Gli alti livelli di radioattivit; rilasciata – da 50 000 000 a 200 000 000 curie – richiedono centinaia, migliaia e anche milioni di anni per loro disgregazione.
Per esempio, solo per la semidisgregazione il plutonio-239 ci vuole 24 110 anni; per il plutonio-240, 6 564 anni; per il cesio-137, 30 anni; per lo stronzio-90, 29 anni, etc. Siccome tutto il materiale padioattivo non segue un ordine per la sua disgregazione, e impossibile prevedere quanto tempo ci vorr; per questo processo.
Si pu; valutare solo il tempo occorrente per la fissione della met; delle atomi. Questo periodo e si chiama semifissione (o semidisgregazione). Quando passeranno 10 periodi, la quantit; della sostanze radioattiva diminuir; dello 0, 1%. Dopo 30 periodi di semidisgregazione, la percentuale diventer; minimale.
Dunque, se il periodo di semidisgregazione del plutonio-239 ; 24 110 anni, trenta periodi fanno 723 300 anni. E proprio il plutonio ; uno, dei pi; grandi problemi a Chernobyl.
Il plutonio male diluisce in acqua. Da una parte ci; ; un bene (se per esempio, finisce nell’acqua delle vene acquifere), dall’altro, un lunghissimo termine di decomposizione del plutonio-239, non permette di realizzare la sua messa in sicurezza permanente: perch; l’umanit; terrestre non ; ancora riuscita a trovare un tipo di materiale adeguato per costruire un contenitore o rifugio cosi durevole.
Il plutonio-241 si disgrega a meta in soli 14 anni ma ; molto pi; radioattivo degli altri tipi di plutonio. Per di pi;, irradia non solo alfa-particelle come tutte i tipi di plutonio, ma pu; disgregarsi diversamente, irradiando anche le beta-particella. In questo caso, si crea un nuovo elemento, l’amerizio-24l il quale ; molto pi; pericoloso del suo predecessore il plutonio-241, in particolare, per gli organismi e corpi biologici.
“...Le alfa-particelle del plutonio hanno una grande energia. In particolare quelle del plutonio-239 hanno un energia di 4,5 volte pi; forte delle beta-particelle del cesio-137. I suoi due protoni le danno una potenza doppia in quanto “strappano” gli elettroni dagli atomi circostanti. <…....>
Nel corpo umano (o altro biologico), che ; composto prevalentemente d’acqua, le alfa-particelle, di solito, fanno una corsa pi; corta del diametro di una cellula, e quindi si fermano. Ma l’energia emessa ; cosi grande che distrugge tutto quello che c’e intorno, come una bomba che esplode in una piccola stanza.
Aspirare il plutonio ; molto pericoloso, perche esso si impianta nei polmoni, alzando il rischio delle malattie oncologiche.<….>
L’amerizio-241 ; molto pi; pericoloso del suo predecessore il plutonio-241, perch; si scoglie facilmente in acqua. Insieme con l’acqua l’amerizio pu; migrare nella catena biologica dell’ alimentazione, come d’altronde, anche gli altri radionuclidi, passando da un organismo all’altro, da una ecosistema ad un altro. Le sue alfa-particelle sono pi; forti che quelle del plutonio. Irradiandosi l’amerizio-241 si scioglie e si ritrasforma in neptunio-237, il quale, a sua volta si scioglie, irradiando alfa-particelle con grande energia. Il periodo della sua semifissione ; pi; di due milioni anni. Cio;, tutti i sopra nominati radionuclidi avranno l’influenza sugli esseri viventi per un lungissimo tempo.
La quantit; di l’amerizio-241 nella Zona del Alienazione (o “Zona chiusa” cosi si chiama adesso il territorio circostante l’ ex-stazione nucleare) arriver; al punto di picco a 2059. Allora l’ amerizio raddoppier; al pari del plutonio-239 e del plutonio-240.
Purtroppo, l’amerizio ancora ; studiato molto poco...”
Come si pu; vedere, la semifissione degli elementi transuranio, continua senza sosta dal momento d’esplosione nucleare del 1986. E, secondo gli esperti, continuer; ancora non per decenni ma per milioni anni.
Il plutonio ; un problema massiccio e sar; viva per sempre, fino a quando esister; il Mondo. E anche il cesio-137 e il stronzio-90.
L’80% dell’energia elettrica prodotta a Chernobyl, prima dello scoppio, era utilizzata dai Paesi dell’Europa occidentale. Subito dopo l’esplosione tanti paesi dell’Est e dell’Ovest, hanno fornito il primo aiuto per chiudere al pi; presto la fonte minacciosa della radioattivit;. Ma dopo la cosidetta “perestrojca”, l’Ucraina sta lottando da sola contro la continua fuoriuscita della radioattivit; dal rifuggio- Sarcofago.
Dunque, non ; ora di unirci ancora in un cerchio amichevole davanti ad un pericolo crescente? Il Sarcofago ; sempre pi; vetusto e potrebbe verificarsi una nuova furia dell’ Atomo Selvaggio?
E’ ora di riprendere l’unificazione delle nostre intelligenze e dei nostri mezzi materiali e tecnici. E’ ora di incominciare a lavorare insieme per salvare il mondo da una seconda catastrofe nucleare. E’ ora di aiutare concretamente le vittime di Chernobyl, gente che ha sofferto e che soffre.
Ricordiamoci, che tutti noi, siamo in una fragile barca...
Ricordiamoci, che tutto ci; che esiste nell’Universo dipende uno dall’altro e ci; che accade a uno dei rappresentanti dell’umanit; o dei popoli interi, prima o poi accade a tutti e tutto.
20 aprile 2007 V. Zhuravel
citt; Vigevano
ITALIA
* * *
* “Secondo la testimonianza di O. Goloskokov, che ha lavorato alla stazione nucleare da 1989 – uno tra i capi di SNdC*, quale dopo la sospensione finale a 2000, si chiama ufficialmente “L’Azienda Pubblica Specializzata della stazione nucleare di Chernobyl:
- al momento dell’ avaria del reattore n° 4 c’erano circa duecento tonnellate di combustibile…”
• Curie – unita di misura, equivalente alla disintegrazione di 37 trilioni di atomi radioattivi in un secondo. Curie ; una grande unita della radioattivit; invece becherele ; piccola.
* SNdC – Stazione Nucleare di Chernobyl.
Invisibili le radiazione.
Visibili e invisibili le loro conseguenze...
“TUTTI NOI VIVIAMO insieme su questa pianeta: siamo tutti fratelli e sorelle dotati di uguali facolt; fisiche e mentali, con gli stessi problemi e gli stessi bisogni.Dobbiamo contribuire alla realizzazione del potenziale umano e al miglioramento della qualit; della vita nella misura in cui ne siamo capaci. L’umanit; ha molto bisognio di aiuto: il nostro ; un tempo disperato e coloro che hanno qualcosa da offrire devono farsi avanti. Il momento di farlo ; adesso.”
Tenzin Gyatso - XIV DALAJ LAMA,
Premio Nobel per la Pace nel 1989,
; la massima autorit; del buddismo tibetano.
La prima stazione nucleare nell’ex-Unione Sovietica fu costruita e messa in funzione nel 1954. Dopo di che ; cominciato un rapido sviluppo dell’industria nucleare.
Al inizio del 1986 in tutto il Mondo gi; si produceva energia elettrica in 370 l’impianti nucleari.
La stazione atomica di Chernobyl, disponeva di 4 reattori. L’ultimo messo in esercizio cirña 2 anni prima dell’esplosione. (Precisamente, la costruzione del quarto l’impianto fu terminata nel dicemdre 1983, all’epoca del governo di Yuri Andropov) e produceva 15% dell’energia elettrica prodotta in tutto Paese. In futuro doveva avere un ruolo molto significativo nel settore energetico nucleare, ed era pianificato il potenziamento fino a 6 reattori.
Fino al 2000, quando la stazione fu fermata definitivamente dal governo ucraino di Leonid Kucma, Chernobyl produceva 308 miliardi kWh. Pi; di 80% di questa energia era esportata. La maggior parte in Ungheria.
Il progresso tecnico umano ha scelto il nucleare quale fonte energetica, senza prestare abbastanza attenzione alla sicurezza, in difesa del Mondo dalla invisibile e micidiale irradiazione in caso di avarie.
Un desiderio dominante di possedere tecnologie moderne, che potevano generare anche reddito, offuscava i pensieri ragionevoli che dovevano essere i primi pensieri degli scienziati, dirigenti governativi, produttori e consumatori. Il prezzo della spensieratezza, come sappiamo, pu; portare alla perdita di vite umane e alla distruzione dell’ambiente.
La catastrofe a Chernobyl, come assicuravano all’epoca, non doveva succedere mai. E le conseguenze drammatiche che ha avuto sono state taciute allora e sono taciute ora. Le radionuclidi sono invisibili e quindi non se ne parla.
Parlare, parlare a voce piena. Questa ; la convinzione, anche se amara, che solo in questo modo si pu; trovare la strada giusta per cercare di eliminare i problemi esistenti. Far passare sotto silenzio, il caso di Chernobyl, ; pernicioso.
OGNI ANNO IN UCRAINA SI MUOIONO PIU’ DI 400 000 PERSONE.
DALL’INIZIO DEL 2002, L’ UCRAINA HA PERSO PIU’ DI
2 MILIONI DI PERSONE – testimonia la statistica statale.
AL 1 GIUGNO 2007 IL POPOLO UCRAINO ERA COSTITUITO
46 milioni 506 mille 846 persone.
Negli l’anni 80’ 90’ erano 52 milioni...)
VERSO 2025 SI PPEVEDE UN’ULTERIORE DIMINUZIONE DI
12 MILIONI DI UNIT; – previsione dei rappresentanti della Banca Mondiale.
L’UCRAINA HA IL PEGGIOR DECREMENTO DEMOGRAFICO DI TUTTI I PAESI DEL EX- UNIONE SOVIETICA E DELL’EUROPA ORIENTALE.
IL MIGLIORAMENTO DI QUESTA SITUAZIONE SI PUO’ OTTENERE SOLO ATTRAVERSO UN RIORDINAMENTO IMMEDIATO, BASATO SULL’AUMENTO DELLE SPESE PER:
- SANITA’ PUBBLICA
- PREVIDENZA SOCIALE
- ASSISTENZA PENSIONISTICA
- ISTRUZIONE PUBBLICA
- CULTURA
In Ucraina non ; in vigore una priorit; nazionalista ma, di fatto, proprio l’Ucraina - che pratticamente non uttilizzava per se stessa quello che produceva - ha ricevuto, in eredit; dall’ex-Unione Sovietica, questa grave e tormentosa ferita aperta che ora, in solitudine, sta cercando di far guarire.
Nel frattempo, una risposta alla domanda: “Quale Paese tra Ucraina, Russia e Bielorussia ; stato pi; colpito?”- non esiste. Tutto dipende dal critero di valutazione.
La Russia ha avuto la pi; vasta area della terra avvelenata. Circa 59 300 kilometri quadrati in quattro regioni. L’Ucraina, 53 500 kilometri quadrati in 12 regioni. In Bielorussia – 43, 500 kilometri quadrati. Quindi, se prendiamo in considerazione solo quelle cifre, sembra logico pensare che la Russia ; stata pi; colpita e la Bielorussia la meno colpita degli altri. Ma non dimenticiamo che c’; una grandissima differenza tra le aree di questi tre Paesi, e anche che il grado di contaminazione ; diverso.
Le terre contaminate della Russia compongono 1, 5% del suo territorio generale (17 075 400 kilometri quadrati); della Ucraina – 8%, (603, 700 kilometri quadrati); della Bielorussia – 23% (207, 600 kilometri quadrati).
Nello stesso tempo, se il 24% di cesio, fuoriuscito da SNdC, sono cadute in Russia, 20% - in Ucraina, 20% - in Europa, e il rimanente 33% in Bielorussia, in un’area ristretta e quindi con una concentrazione piu alta.
Se si prendono in considerazione la sofferenza della gente, in particolare, per il trasferimento obbligatorio nelle altre regioni dei Paesi sopra nominati (che, secondo me ; assolutamente assurdo, perch; misurare il tormento e la sofferenza di un essere umano ; impossibile con qualsivoglia supermoderno apparecchio o metodo scientifico. Ma non di meno proviamo a fare delle cifre...) questa ; la situazione:
“Il disastro di Chernobyl ha causato una contaminazione di una vastit; senza precedenti. Circa 5 milioni di persone hanno subito gli effetti negativi della catastrofe che ha inquinato, con i nuclidi radioattivi, circa 5 mila dei centri della Reppubblica Bielorussa, della Federazione Russa e dell’Ucraina.
In Ucraina sono state coinvolte 2 218 citt; e villaggi.”
Fino il dicembre di 2000 in Ucraina hanno evacuato dal territorio contaminato e mandati ad abitare altrove per sempre 163 000 persone. Cio;, pi; della Bielorussia (135 000); e molto di pi; della Russia (52 000).
L’Ucraina fu costretta a questo alto numero di trasferimenti perch; i territori contaminati da 15 a 40 curie erano pi; popolosi di quelli degli altri Paesi. Di conseguenza l’Ucraina ha dovuto sostenere spese pi; rilevanti per la costruzione di abitazioni e sistemazione sociosanitaria dei suoi abitanti evacuati.
In seguito all’esplosione una grande parte della popolazione ucraina in un istante fu divent; povera, (la gente ; stata evacuata e trasferita senza alcun suoi bene materiale); rimase orfana (molti liquidatori persero la vita lavorando al sarcofago del reattore); continua a morire o ; colpita da malattie inguaribili (per l’effetto postumo delle radiazioni); ha perso il lavoro: interesse vitale e necessit; di una societ;.
Dunque, nel “visibile” in Ucraina c’;:
- il pi; grande numero di persone irradiata;
- i pi; alti livelli di inquinamento ambientale;
- la pericolosa “eredit;” del rifugio-Sarcofago;
- pi; di 1000 sepolture radioattive di parrecchie migiaia di tonnellate, che richiedono quotidiani controlli e protezione adeguate che necessitano di grandi finanziamenti, e grandi risorsi tecniche ed umane;
- inquinamento non solo dell’aria e di un enorme territorio terrestre ma anche di un immenso baccino idrico, che richiede grandi investimenti per la costruzione di dighe argini e rivestimenti di protezione. Nonch; l’acquisizione dell’apparecchiatura di misurazione e controllo per la prevenzione dei fiumi: Pripiat, Braginca, Dnestr che scorrono in Ucraina e Bielorussia e, particolarmente, del fiume principale dell’Ucraina: il Dnepr (in ucraino – Dnipro), che attraversa tante regioni molto popolate, e sfocia nel Mar Nero.
Durante gli ultimi 15 anni, l’Ucraina ha finanziato da sola le spese per la liquidazione delle conseguenze della catastrofe. Si sono registrate uscite per 7, 35 miliardi USD che, in certi periodi sono arrivate al livello di 8-10% del bilancio statale. Secondo le previsioni degli specialisti ucraini, i danni economici sommari per l’Ucraina ammonteranno a 179 miliardi USD fino al 2015.
Nel “invisibile” in Ucraina, Bielorussia, Federazione Russa c’;:
- nonostante la massiccia evacuazione e trasferimenti obbligatori, ancora oggi nei Paesi sopra nominati, sono costretti a vivere nel territorio inquinato da 15 al 40 curie (talvolta anche al 43 curie), circa 4. 500. 413 persone;
- mancanza di aiuto adeguato alle vittime;
- continua fuoriuscita di radiazioni da Sarcofago veccio e vulnerabile.
Ci; nonostante, nel rendiconto dell’ONU del 2002 fu confermato che, per la maggior parte di questa gente, non esiste il pericolo delle irradiazioni...
Si sta nascondendo ancora la verit; non solo all’Oriente, ma anche all’Occidente, mentre una quantit; di persone continuano ad abitare nel territorio irradiato:
- in Russia – 1, 8 milioni;
- in Ucraina – 1, 1milioni;
- in Bielorussia – 1, 5 milioni.
Lo sanno tutti, anche se dicono in contrario o tacciono, che tutta questa gente ; sottopposta ancora alle continue radiazioni e ad una vasta gamma di malattie oncologiche provocati dai radionuclidi.
Secondo i dati statistici, oggi in Repubblica Belarus si registra il pi; grande numero di malattie oncologiche, quale il cancro alla tiroide. In Ucraina sono registrati numeri medi e in Russia numeri minimi.
Ma tutte queste dati bisogna rapportarli alla quantit; di medici rispetto alla quantit; degli abitanti. Alla quantit; di istituti sanitari e loro rispettivi livelli. Alla quantit; dei posti-letti ospedalieri. Questi dati si possono cosi suddividere:
in Russia:
- 1 medico a ogni 211 abitanti 1 posto-letto ospedaliere a ogni 74 abitanti
in Ucraina:
- 1 medico a ogni 299 abitanti 1 posto-letto ospedaliere a ogni 74 abitanti
in Bielorussia:
- 1 medico a ogni 246 abitanti 1 posto-letto ospedaliere a ogni 74 abitanti
Come vedete, la differenza tra loro ; minimale. Presumo, che siano dati basati sulle norme statali in vigore all’epoca dell’Unione Sovietica. Ma queste cifre attualmente sono irreali, perch; dopo la “perestrojka” tante strutture ospedaliere sono prive di finanziamento e le istituzioni statali funzionano male e sono chiuse da tanti anni.
Inoltre, un medico preposto ad assistere circa 74 persone in Bielorussia ( faccendo, per esempio, le diagnosi di leucemia o di tiroide) svolger; il suo compito pi; velocemente del suo collega in Russia, perch; la densit; di popolazione in Bielarussia ; di 49, 1 persone per 1 km quadrato, invece in Russia ; di 8, 6 abitanti per 1 kilometro quadrato e molta gente semplicemente non fa le visite mediche causa la lontananza dei centri specializzati per le vittime di Chernobyl.
Allo stesso tempo un medico bielorusso pu; sorpavanzare senza fatica anche un suo collega-ucraino, perch; ultimamente, le condizioni di vita e di lavoro sono molto diversi.
Le allarmanti crisi politiche e gli infiniti crolli economici e sociali che ha subito l’Ucraina negli ultimi 15 anni, non sono elementi favorevoli per le diagnosi e le cure delle vittime di Chernobyl. Anche se l’Ucraina ha una pi; grande densit; di abitanti (85, 6 persone per 1 kilometro quadrato) e un numero maggiore di sofferenti, un medico ucraino non riuscira mai ad essere alla pari di un medico bielorusso, che lavora in un clima pi; tranquillo.
In quale modo i medici ucraini possono migliorare i servizi e l’assistenza medica del popolo ucraino e, in particolare, delle vittime di Chernobyl, se la maggior parte di loro lavora con attrezzatura e maccinario obsoleto e spesso frammentato?
Come possono portare aiuto ai martiri di Chernobyl senza copertura finanziaria che si protrae da due anni, dei Programmi di Chernobyl?
Dove possono trovare le parole adeguate per dimostrare la loro incolpevolezza nei confronti dei malati che stanno perdendo la propria vita?
Del resto, ; possibile trovare queste parole?!
Anche se tutte le accuse per la mancanza di cure per salvare questa gente disperata, cade sempre sul personale medico, perch; lo Stato e i leader politici stanno lontano, invece i medici sono sempre vicini alla gente.
* * *
* i dati statistiche sono presi dal giornale “SLOVO” («ÑËÎÂλ - ital. “LA PAROLA”- di 21 giugno 2007. N.d.A. di V. Z.)
Il dolore di Chernobyl ; in nostri cuori
“CREDO CHE PER raccogliere la sfida di questo secolo tutti gli esseri umani dovranno sviluppare un maggiore senso della responsabilit;. Ciascuno di noi deve imparare a lavorare non solo per se stesso, per la propria famiglia o per la propria nazione, ma per il benificio di tutta l’umanit;.
E’ ormai datato pensare in termini di “la mia nazione, il mio paese”. La responsabilit; universale ; la chiave per la sopravivenza umana. Vasti ìovimenti umani sorgono da iniziative individuali. E’ il lavoro di ciascuno per il benessere comune che fa la differenza.”
DALAY LAMA – XIV.
...Una telefonata l’improvvisa arriva da Milano nell’agosto di 2006:
“Ciao, Veronica! Sono Paola dell’ENI, si ricorda di me? Posso parlarle?”
“Si, certo, Paola. Ma fa piacere di sentirla. Tutto bene? Lei e sua figlia?” Ci siamo conosciuti brevemente tempo fa, in occasione della nostra collaborazione ad un progetto culturale internazionale legato ai bambini orfani e dotati di Kasachistan.
“Si, si. Tutto ok. La sto disturbando per un questione di mio zio che ; molto interessato ai problemi di Chernobyl.”
“A si?.. Io attualmente sto scrivendo un libro sull’argomento di Chernobyl.” Spontaneo confido io.
“Oh! Credo di aver chiamato la persona giusta in un momento giusto.”
Dalla conversazione ho saputo che lo zio di Paola, andando in pensione, ha deciso di dedicare il tempo libero alle sue tre pi; grandi passioni: le riprese fotografiche dall’alto, l’attivit; di volontariato e i viaggi. In qualit; di uno dei quattro soci fondatori dell’associazione “Medici volontari italiani”, ha gi; fatto un sacco di viaggi in luogi e Paesi diversi, compreso anche cosidetti “punti caldi”. Ultimamente, mi dice Paola, lo zio ; molto interessato di Chernobyl e vuole andare a vedere.
Paola chiede l’autorizzazione, ovviamente concessa, di dare il mio numero di telefono allo zio per un contatto diretto.
Non passano neanche 20 minuti che segue un’altra chiamata.
Una voce maschile, sicura di se, citando Paola e ripetendo velocemente tutto ci; che mi ha detto sua nipote, mi chiede se sarei in grado di organizzare un viaggio in Ucraina, e alla stazione atomica di Chernobyl e in particolare. Conclude dicendo: “…per le spese del viaggio non si preoccupi…”
“Ho capito” rispondo. “Ma al momento non posso rispondere alla sua richiesta ne promettere qualcosa. Prima vorrei sapere per quale ragione lei vuole andare a visitare la Centrale e mi farebbe piacere conoscere di quale attivit; si occupa la sua associazione…”
“Capisco, signora. Mi piace la sua impostazione della questione. Certo dobbiamo incontrarci e parlarne pi; diffusamente. Io vengo spesso a Vigevano, dove lei abita, per fotografare la sua meravigliosa Piazza Ducale, per cui conosco bene la citta. Non posso venire subito, perch; domani parto con mia moglie per una breve vacanza a Budapest. Siccome ho parlato con Paola, ho pensato di telefonare prima della partenza.”
“Ok. Mi chiami al rientro del vostro viaggio a Budapest. Gi; da ora le posso dire che io avevo pianificato ad andare nel mio Paese, cio; in Ucraina, proprio questo anno”
“Magnifico!” esclama il mio interlocutore. “Io non conosco ne la lingua, ne il Paese, e volevo a chiederle di darmi una mano anche come l’interprete.”
“Vedremo…”
“La chiamer; sicuramente!” sento ancora una forte esclamazione e, augurandogli un viaggio felice, chiudo la comunicazione.
Senza perdere il tempo accelero i ritmi di lavoro dei libro sopra indicato. Iniziato pi; di sei anni fa, quando ancora lavoravo nella redazione del network locale “GOK”. Durante questo periodo ho scritto e pubblicato quatro nuovi libri, ma il tema di Chernobyl non avevo toccato. Finalmente, nell’aprile 2006, alla vigilia del ventesimo anniversario della tragedia di CHERNOBYL ho sentito dentro di me un forte bisogno di riprendere il lavoro su questo libro. Libro, che richiedeva solo la definizione di alcuni ultimi capitoli, la correzzione ed impaginazione.
Parallelamente, non solo sto pensando alla proposta di Paola e suo zio, ma studio e anallizzo profondamente anche la situazione reale della Centrale di Chernobyl, dopo due decenni dell’esplosione e le sue traumatiche conseguenze.
Mi risulta che il volume delle informazioni di questa tragedia planetaria, ; misero. Il fatto non mi stupisce, perch; tutti noi, che siamo nati e cresciuti durante l’epoca di URSS, sappiamo bene che cos’; “il velo del segreto”. Segreto, spesso l’ingiustificato che portava, come, per esempio, nel 1986, a molte sacrifici e causava vittime umane. Che suddivideva la gente tra quelli che potevano sapere e gli altri che non dovevano sapere. Anche nei casi in cui sorgeva una questione della loro vita o della loro morte.
Questo famigerato velo del segreto, ; stato scrupolosamente protetto non solo dell’ Est ma anche dell’Ovest. Nonostante le dichiarazioni dei leader politici, nonostante le riforme, nonostante le “rivoluzioni”, “glasnoct’” (trasparenza - ital.), “perestrojka” (ricostruzione, riorgazione –ital.), “l’affermazione delle principi democratici giuridici”, “le difese dei diritti umani” etc.
Tante volte in vita mia ho incontrato questo resistenze. In ambito statale “il velo del segreto” era molto curato e, frequentemente, copriva tutto. A volte semplicemente per vigliaccheria, ma anche per incapacit;, malevolenza, raggiri.
Attualmente mantengono ancora un velo di nebbia. Molti sospettano, ma non vogliono impegnarsi a pensare. Non fanno nulla per far conoscere il pericolo esistente e le conseguenze drammaticne delle irradiazioni. In particolare, la vulnerabilit; reale del riffuggio-sarcofago del quarto reattore.
Nonostante siano passati 21 anni dall’esplosione della centrale nucleare, la radioattivit; nell’area delle “Zona chiusa e zona di trasferimento obbligatirio” di Chernobyl raggiunge ancora i 43 microraggi x, e supera i limiti di norma*.
Molte malattie, sempre pi; diffuse tra abitanti della zona e anche delle altre regioni dell’Ucraina, non sono ancora riconosciute come conseguenza dei radionuclidi fuorusciti.
Richiamiamo alla mente, per esempio, l’aumento di una rarissima prima malattie della tiroide, che 5 anni dopo l’esplosione della Centrale ha avuto un incremento a livello di un’epidemia. Per anni e anni non ; stata riconosciuta come conseguenza dell’irradiazione.
Una situazione che mi ricorda una descrizione di un noto scrittore italiano Alessandro Manzoni (1785-1873), in un suo famoso romanzo storico
“I PROMESSI SPOSI”. Una descrizione della vita del nord Italia, e particolarmente, della Regione Lombardia e Milano dal 1628 al 1631. Un periodo molto difficile sotto l’aspetto politico ed economico che comport; non solo invasione barbarica e le sue pesanti conseguenze di distruzioni e carestia, ma anche la diffusione della peste nella regione. Un flagello che all’inizio, nessuno voleva ammettere e tutti nascondevano. Sia le autorit; locali, che il popolo.
Ecco, cosa scriveva A. Manzoni in un capoverso de I Promessi Sposi, dedicato al problema della peste:
«...In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche il proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste; vale a dire peste si, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio e senza contrasto: ma gi; ci s’e attaccata un’altra idea...”
In molti adottando un’abitudine esemplare nei riferirsi all’assenza di dati scientifico-esplorativi: “...causa la mancanza di soldi per realizzazione di lavori e programmi scientifici a lungo termine per la diagnosi e la prognosi sull’influenza delle radiazioni sulla salute della societ; attuale e delle generazioni future in campo statistico ed epidemiologico.”
Nel frattempo non mancano situazioni assurde anche quando esistono dati esplorativi. Semplicemente si nascondono, o si dimenticano, o non si analizzano e non si uttilizzano a vantaggio dell’umanit;.
Se i governi dei Paesi vittime della tragedia di Chernobyl, fossero stati pi; aperti sia tra loro che verso il mondo estero; se non avessero saranno cercato di riattivare una cortina di ferro, sotto l’insegna sbiadita degli “interessi nazionali”; se avessero parlato onestamente a tutto il mondo dei loro problemi e dei loro bisogni, sicuramente avrebbero trovato simpatie, aiuti, e fondi necessari.
Inoltre, perch; non far conoscere ai ricercatori, almeno per la formazione di prognosi, anche i dati riservati sull’esperimento nucleare in Kasachistan? O i risultati degli studi, che ha fatto Giappone tra le 87. 000 persone sopravissute dopo il bombardamento atomico dell’agosto 1945? Studi che hanno documentato la crescita dei casi di leucemia nei primi anni dopo le irradiazioni. E per decenni sono aumentati i tumori polmonari, del seno, delle tiroide e etc. E dove ultimamente, anche una tra le malattie non oncologiche, l’insufficienza cardiaca, ; stata riconosciuta come la conseguenza dell’irradiazione. Cosa che finora non ha fatto l’Ucraina.
Certamente, le situazioni che sono causato le due catastrofi nucleari - in Giappone e in Ucraina - sono ben diverse. Ma le conseguenze sono molto simili.
Questo lo pu; vedere anche il non specialista. E anche – a occhio nudo.
Ma purtroppo, finora le informazioni su questa tragedia universale, derivante dalla radioattivit;, vengono centellinate in misura troppo limitata, o troppo ritardata. Di conseguenza anche questo libro riporta alcune dati vecchi di 2-3 anni.
E’ ovvio che nascondere una malattia, rende impossibile sia la cura che acquisire un aiuto di qualcuno per rendere possibile la cura.
A poco a poco arrivo da conclusione: il mio libro non ; finito devo lasciare ancora... Perch; non ; giusto di chiudere questo lavoro in fretta, quando la mente ; piena di altri pensieri. Perch; ho deciso di scrivere un altro libro. Documentario. E anche creare un nuovo progetto di solidariet;.*
...A meta di settembre, prima la nuova chiamata di Dario Riboni, (cosi si chiama lo zio di Paola), una bozza del Progetto Internazionale di solidariet; ; pronta.
L’ho steso in tre lingue: russo, ucrano ed italiano. Durante questo lavoro ho trovato l’appoggio prezioso di Nicoletta Marni, direttore del Centro Servizi Volontariato di Pavia e Provincia e di Bruno Laverone, referente dello Sportello CSV di Vigevano.
Dopo di che incontriamo nella sede operativo dell’Associazione “Il volo della GRU” con il futuro collaboratore (cosi cominci; a chiamare D. Riboni, che continua a dimostrare un grande interessamento sui problemi e sulla situazione attuale a Chernobyl).
Al primo incontro, l’imponente Riboni dimostra anche la sua puntualit;. Una cosa che io stessa rispetto tanto. Una cosa, che al pari della stretta di mano, testimonia le molte cose della persona a prima vista.
Dopo le presentazioni, le chiedo subito il motivo preciso per il quale lui vuole andare in Ucraina e, se riusciamo, a Chernobyl:
“Come turista?”
“No! Non come turista” vivamente ribatta Riboni. “Io voglio esplorare questo posto e fare foto e video. A proposito,” con leggerezza si alza dalla sedia e si avvicina alla grande mappa geografica “dove si trova il Chernobyl?”
Io ho appeso alla parete questa grande mappa appositamente per gli italiani. Perch;, durante la mia permanenza e l’attivit; culturale in Italia, ho notato che molta gente che non conosce assolutamente l’Ucraina. Conoscono bene i lavoratori ucraini e di solito parlano bene della loro operosit; e intelligenza ma non sanno da che parte del globo terrestre provengono. Spesso, chi viene per la prima volta nell’ “ufficio ucraino e russo” (come ogni tanto chiamano in citta la sede dell’associazione culturale italo-slava “Il volo della GRU”), non ha neanche una pallida idea dove si trova l’Ucraina, a differenza della Russia che conoscono benissimo tutti quanti.
Sulla carta ho segnato i contorni dell’Italia e dell’Ucraina con un pennarello rosso e, frequentemente, ascolto esclamazioni meravigliate:
“Come ; piccola la distanza tra i nostri Paesi! Io pensavo fosse piccola ma guarda,
essa ; pi; grande d’Italia!”
“E si.” rispondo di solito. “Il territorio dell’Ucraina ; pi; del doppio dell’Italia. L’Ucraina ; conocsiuta nel mondo come il granaio dell’Europa, perche ; molto riccha di terre nere.
“Si ; vero!” – rispondono alcuni italiani. “Ho studiato a scuola che ; il granaio dell’Europa, ma l’avevo dimenticato”.
Mostr; a Riboni in che parte dell’Ucraina si trova Chernobyl (anche questo luogo l’ho tracciato intorno con un cerchio rosso). E quando, durante la nostra conversazione, ; viene alla luce che anche lui non lo sa praticamente niente della mia Patria, cominci; un breve excursus nella storia. Cominciando dalla fondazione dello Stato antico dei nostri l’avi – slavi orientali, Rus’ di Kiev (Kievskaya Rus’) e poi delle i pi; grandi citt;, dopo di Kiev, fondate dai parenti e dai discendenti dei principi di Kiev: Novgorod, Smolensk, Mosca...
La conoscenza di Riboni sulla catastrofe nucleare di Chernobyl ; limitata a quanto visto in un video film americano, dedicato al ventesimo anniversario della tragedia e proettato nella primavera 2006 anche dalla TV italiana. Da questo momento, dice, e nata la voglia ad andare a Chernobyl. Problema: l’ignoranza della lingua e la mancanza di notizie su come si pu; raggiungere la Centrale.
“In Ucraina non ; come negli altri Paesi del mondo che ho visitato. Arriv;, prendo un auto a noleggio e vado dove voglio...” Esordisce il mio interlocutore tra l’interrogativo e l’affermativo: non ; cosi.
“Non si pu; a prenderla un’auto a noleggio? Non ci sono autonoleggi? – continua a chiedere Riboni. “E taxi?”
“Per i noleggi non ho informazioni. Durante l’epoca sovietica cerano, ma poi il governo li ha chiusi tutti. Forse a Kiev qualcuno ha gi; pensato di creare anche questo servizio, ma non credo ce ne siano nelle altre citt;. Certo che possiamo prendere un taxi o una macchina privata, ma sar; molto caro, perch; le distasnze in Ucraina sono rilevanti.”
“Con i soldi non c’; problema!” ripete ancora. “Io pager; di tutto” assicura. “Purch; raggiungiamo Chernobyl”.
“Vedremo...”
Ognuno di noi comincia sistemare i documenti e fare gli altri preparativi per il viaggio. Viaggio effettuato, dico in anticipo, nell’ottobre 2007.
* * *
(Continua...)
Nota A.: Sul posto di ";" dovrebbe essere la lettera ";" o "a". Ho provato di correggere 3 volte, ma purtroppo, senza risultati...
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