L atomo selvaggio 20 anni dopo... - continuazione
Visibili e invisibili le loro conseguenze...
“TUTTI NOI VIVIAMO insieme su questa pianeta: siamo tutti fratelli e sorelle dotati di uguali facolt; fisiche e mentali, con gli stessi problemi e gli stessi bisogni.Dobbiamo contribuire alla realizzazione del potenziale umano e al miglioramento della qualit; della vita nella misura in cui ne siamo capaci. L’umanit; ha molto bisognio di aiuto: il nostro ; un tempo disperato e coloro che hanno qualcosa da offrire devono farsi avanti. Il momento di farlo ; adesso.”
Tenzin Gyatso - XIV DALAJ LAMA,
Premio Nobel per la Pace nel 1989,
; la massima autorit; del buddismo tibetano.
La prima stazione nucleare nell’ex-Unione Sovietica fu costruita e messa in funzione nel 1954. Dopo di che ; cominciato un rapido sviluppo dell’industria nucleare.
Al inizio del 1986 in tutto il Mondo gi; si produceva energia elettrica in 370 l’impianti nucleari.
La stazione atomica di Chernobyl, disponeva di 4 reattori. L’ultimo messo in esercizio cirña 2 anni prima dell’esplosione. (Precisamente, la costruzione del quarto l’impianto fu terminata nel dicemdre 1983, all’epoca del governo di Yuri Andropov) e produceva 15% dell’energia elettrica prodotta in tutto Paese. In futuro doveva avere un ruolo molto significativo nel settore energetico nucleare, ed era pianificato il potenziamento fino a 6 reattori.
Fino al 2000, quando la stazione fu fermata definitivamente dal governo ucraino di Leonid Kucma, Chernobyl produceva 308 miliardi kWh. Pi; di 80% di questa energia era esportata. La maggior parte in Ungheria.
Il progresso tecnico umano ha scelto il nucleare quale fonte energetica, senza prestare abbastanza attenzione alla sicurezza, in difesa del Mondo dalla invisibile e micidiale irradiazione in caso di avarie.
Un desiderio dominante di possedere tecnologie moderne, che potevano generare anche reddito, offuscava i pensieri ragionevoli che dovevano essere i primi pensieri degli scienziati, dirigenti governativi, produttori e consumatori. Il prezzo della spensieratezza, come sappiamo, pu; portare alla perdita di vite umane e alla distruzione dell’ambiente.
La catastrofe a Chernobyl, come assicuravano all’epoca, non doveva succedere mai. E le conseguenze drammatiche che ha avuto sono state taciute allora e sono taciute ora. Le radionuclidi sono invisibili e quindi non se ne parla.
Parlare, parlare a voce piena. Questa ; la convinzione, anche se amara, che solo in questo modo si pu; trovare la strada giusta per cercare di eliminare i problemi esistenti. Far passare sotto silenzio, il caso di Chernobyl, ; pernicioso.
OGNI ANNO IN UCRAINA SI MUOIONO PIU’ DI 400 000 PERSONE.
DALL’INIZIO DEL 2002, L’ UCRAINA HA PERSO PIU’ DI
2 MILIONI DI PERSONE – testimonia la statistica statale.
AL 1 GIUGNO 2007 IL POPOLO UCRAINO ERA COSTITUITO
46 milioni 506 mille 846 persone.
Negli l’anni 80’ 90’ erano 52 milioni...)
VERSO 2025 SI PPEVEDE UN’ULTERIORE DIMINUZIONE DI
12 MILIONI DI UNIT; – previsione dei rappresentanti della Banca Mondiale.
L’UCRAINA HA IL PEGGIOR DECREMENTO DEMOGRAFICO DI TUTTI I PAESI DEL EX-UNIONE SOVIETICA E DELL’EUROPA ORIENTALE.
IL MIGLIORAMENTO DI QUESTA SITUAZIONE SI PUO’ OTTENERE SOLO ATTRAVERSO UN RIORDINAMENTO IMMEDIATO, BASATO SULL’AUMENTO DELLE SPESE PER:
- SANITA’ PUBBLICA
- PREVIDENZA SOCIALE
- ASSISTENZA PENSIONISTICA
- ISTRUZIONE PUBBLICA
- CULTURA
In Ucraina non ; in vigore una priorit; nazionalista ma, di fatto, proprio l’Ucraina - che pratticamente non uttilizzava per se stessa quello che produceva - ha ricevuto, in eredit; dall’ex-Unione Sovietica, questa grave e tormentosa ferita aperta che ora, in solitudine, sta cercando di far guarire.
Nel frattempo, una risposta alla domanda: “Quale Paese tra Ucraina, Russia e Bielorussia ; stato pi; colpito?”- non esiste. Tutto dipende dal critero di valutazione.
La Russia ha avuto la pi; vasta area della terra avvelenata. Circa 59 300 kilometri quadrati in quattro regioni. L’Ucraina, 53 500 kilometri quadrati in 12 regioni. In Bielorussia – 43, 500 kilometri quadrati. Quindi, se prendiamo in considerazione solo quelle cifre, sembra logico pensare che la Russia ; stata pi; colpita e la Bielorussia la meno colpita degli altri. Ma non dimenticiamo che c’; una grandissima differenza tra le aree di questi tre Paesi, e anche che il grado di contaminazione ; diverso.
Le terre contaminate della Russia compongono 1, 5% del suo territorio generale (17 075 400 kilometri quadrati); della Ucraina – 8%, (603, 700 kilometri quadrati); della Bielorussia – 23% (207, 600 kilometri quadrati).
Nello stesso tempo, se il 24% di cesio, fuoriuscito da SNdC, sono cadute in Russia, 20% - in Ucraina, 20% - in Europa, e il rimanente 33% in Bielorussia, in un’area ristretta e quindi con una concentrazione piu alta.
Se si prendono in considerazione la sofferenza della gente, in particolare, per il trasferimento obbligatorio nelle altre regioni dei Paesi sopra nominati (che, secondo me ; assolutamente assurdo, perch; misurare il tormento e la sofferenza di un essere umano ; impossibile con qualsivoglia supermoderno apparecchio o metodo scientifico. Ma non di meno proviamo a fare delle cifre...) questa ; la situazione:
“Il disastro di Chernobyl ha causato una contaminazione di una vastit; senza precedenti. Circa 5 milioni di persone hanno subito gli effetti negativi della catastrofe che ha inquinato, con i nuclidi radioattivi, circa 5 mila dei centri della Reppubblica Bielorussa, della Federazione Russa e dell’Ucraina.
In Ucraina sono state coinvolte 2 218 citt; e villaggi.”
Fino il dicembre di 2000 in Ucraina hanno evacuato dal territorio contaminato e mandati ad abitare altrove per sempre 163 000 persone. Cio;, pi; della Bielorussia (135 000); e molto di pi; della Russia (52 000).
L’Ucraina fu costretta a questo alto numero di trasferimenti perch; i territori contaminati da 15 a 40 curie erano pi; popolosi di quelli degli altri Paesi. Di conseguenza l’Ucraina ha dovuto sostenere spese pi; rilevanti per la costruzione di abitazioni e sistemazione sociosanitaria dei suoi abitanti evacuati.
In seguito all’esplosione una grande parte della popolazione ucraina in un istante fu divent; povera, (la gente ; stata evacuata e trasferita senza alcun suoi bene materiale); rimase orfana (molti liquidatori persero la vita lavorando al sarcofago del reattore); continua a morire o ; colpita da malattie inguaribili (per l’effetto postumo delle radiazioni); ha perso il lavoro: interesse vitale e necessit; di una societ;.
Dunque, nel “visibile” in Ucraina c’;:
- il pi; grande numero di persone irradiata;
- i pi; alti livelli di inquinamento ambientale;
- la pericolosa “eredit;” del rifugio-Sarcofago;
- pi; di 1000 sepolture radioattive di parrecchie migiaia di tonnellate, che richiedono quotidiani controlli e protezione adeguate che necessitano di grandi finanziamenti, e grandi risorsi tecniche ed umane;
- inquinamento non solo dell’aria e di un enorme territorio terrestre ma anche di un immenso baccino idrico, che richiede grandi investimenti per la costruzione di dighe argini e rivestimenti di protezione. Nonch; l’acquisizione dell’apparecchiatura di misurazione e controllo per la prevenzione dei fiumi: Pripiat, Braginca, Dnestr che scorrono in Ucraina e Bielorussia e, particolarmente, del fiume principale dell’Ucraina: il Dnepr (in ucraino – Dnipro), che attraversa tante regioni molto popolate, e sfocia nel Mar Nero.
Durante gli ultimi 15 anni, l’Ucraina ha finanziato da sola le spese per la liquidazione delle conseguenze della catastrofe. Si sono registrate uscite per 7, 35 miliardi USD che, in certi periodi sono arrivate al livello di 8-10% del bilancio statale. Secondo le previsioni degli specialisti ucraini, i danni economici sommari per l’Ucraina ammonteranno a 179 miliardi USD fino al 2015.
Nel “invisibile” in Ucraina, Bielorussia, Federazione Russa c’;:
- nonostante la massiccia evacuazione e trasferimenti obbligatori, ancora oggi nei Paesi sopra nominati, sono costretti a vivere nel territorio inquinato da 15 al 40 curie (talvolta anche al 43 curie), circa 4. 500. 413 persone;
- mancanza di aiuto adeguato alle vittime;
- continua fuoriuscita di radiazioni da Sarcofago veccio e vulnerabile.
Ci; nonostante, nel rendiconto dell’ONU del 2002 fu confermato che, per la maggior parte di questa gente, non esiste il pericolo delle irradiazioni...
Si sta nascondendo ancora la verit; non solo all’Oriente, ma anche all’Occidente, mentre una quantit; di persone continuano ad abitare nel territorio irradiato:
- in Russia – 1, 8 milioni;
- in Ucraina – 1, 1milioni;
- in Bielorussia – 1, 5 milioni.
Lo sanno tutti, anche se dicono in contrario o tacciono, che tutta questa gente ; sottopposta ancora alle continue radiazioni e ad una vasta gamma di malattie oncologiche provocati dai radionuclidi.
Secondo i dati statistici, oggi in Repubblica Belarus si registra il pi; grande numero di malattie oncologiche, quale il cancro alla tiroide. In Ucraina sono registrati numeri medi e in Russia numeri minimi.
Ma tutte queste dati bisogna rapportarli alla quantit; di medici rispetto alla quantit; degli abitanti. Alla quantit; di istituti sanitari e loro rispettivi livelli. Alla quantit; dei posti-letti ospedalieri. Questi dati si possono cosi suddividere:
in Russia:
- 1 medico a ogni 211 abitanti 1 posto-letto ospedaliere a ogni 74 abitanti
in Ucraina:
- 1 medico a ogni 299 abitanti 1 posto-letto ospedaliere a ogni 74 abitanti
in Bielorussia:
- 1 medico a ogni 246 abitanti 1 posto-letto ospedaliere a ogni 74 abitanti
Come vedete, la differenza tra loro ; minimale. Presumo, che siano dati basati sulle norme statali in vigore all’epoca dell’Unione Sovietica. Ma queste cifre attualmente sono irreali, perch; dopo la “perestrojka” tante strutture ospedaliere sono prive di finanziamento e le istituzioni statali funzionano male e sono chiuse da tanti anni.
Inoltre, un medico preposto ad assistere circa 74 persone in Bielorussia ( faccendo, per esempio, le diagnosi di leucemia o di tiroide) svolger; il suo compito pi; velocemente del suo collega in Russia, perch; la densit; di popolazione in Bielarussia ; di 49, 1 persone per 1 km quadrato, invece in Russia ; di 8, 6 abitanti per 1 kilometro quadrato e molta gente semplicemente non fa le visite mediche causa la lontananza dei centri specializzati per le vittime di Chernobyl.
Allo stesso tempo un medico bielorusso pu; sorpavanzare senza fatica anche un suo collega-ucraino, perch; ultimamente, le condizioni di vita e di lavoro sono molto diversi.
Le allarmanti crisi politiche e gli infiniti crolli economici e sociali che ha subito l’Ucraina negli ultimi 15 anni, non sono elementi favorevoli per le diagnosi e le cure delle vittime di Chernobyl. Anche se l’Ucraina ha una pi; grande densit; di abitanti (85, 6 persone per 1 kilometro quadrato) e un numero maggiore di sofferenti, un medico ucraino non riuscira mai ad essere alla pari di un medico bielorusso, che lavora in un clima pi; tranquillo.
In quale modo i medici ucraini possono migliorare i servizi e l’assistenza medica del popolo ucraino e, in particolare, delle vittime di Chernobyl, se la maggior parte di loro lavora con attrezzatura e maccinario obsoleto e spesso frammentato?
Come possono portare aiuto ai martiri di Chernobyl senza copertura finanziaria che si protrae da due anni, dei Programmi di Chernobyl?
Dove possono trovare le parole adeguate per dimostrare la loro incolpevolezza nei confronti dei malati che stanno perdendo la propria vita?
Del resto, ; possibile trovare queste parole?!
Anche se tutte le accuse per la mancanza di cure per salvare questa gente disperata, cade sempre sul personale medico, perch;
lo Stato e i leader politici stanno lontano, invece i medici sono sempre vicini alla gente.
* * *
* i dati statistiche sono presi dal giornale “SLOVO” («ÑËÎÂλ - ital. “LA PAROLA”- di 21 giugno 2007. N.d.A. di V. Z.)
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Il dolore di Chernobyl ; in nostri cuori
“CREDO CHE PER raccogliere la sfida di questo secolo tutti gli esseri umani dovranno sviluppare un maggiore senso della responsabilit;. Ciascuno di noi deve imparare a lavorare non solo per se stesso, per la propria famiglia o per la propria nazione, ma per il benificio di tutta l’umanit;.
E’ ormai datato pensare in termini di “la mia nazione, il mio paese”. La responsabilit; universale ; la chiave per la sopravivenza umana. Vasti ìovimenti umani sorgono da iniziative individuali. E’ il lavoro di ciascuno per il benessere comune che fa la differenza.”
DALAY LAMA – XIV.
...Una telefonata l’improvvisa arriva da Milano nell’agosto di 2006:
“Ciao, Veronica! Sono Paola dell’ENI, si ricorda di me? Posso parlarle?”
“Si, certo, Paola. Ma fa piacere di sentirla. Tutto bene? Lei e sua figlia?” Ci siamo conosciuti brevemente tempo fa, in occasione della nostra collaborazione ad un progetto culturale internazionale legato ai bambini orfani e dotati di Kasachistan.
“Si, si. Tutto ok. La sto disturbando per un questione di mio zio che ; molto interessato ai problemi di Chernobyl.”
“A si?.. Io attualmente sto scrivendo un libro sull’argomento di Chernobyl.” Spontaneo confido io.
“Oh! Credo di aver chiamato la persona giusta in un momento giusto.”
Dalla conversazione ho saputo che lo zio di Paola, andando in pensione, ha deciso di dedicare il tempo libero alle sue tre pi; grandi passioni: le riprese fotografiche dall’alto, l’attivit; di volontariato e i viaggi. In qualit; di uno dei quattro soci fondatori dell’associazione “Medici volontari italiani”, ha gi; fatto un sacco di viaggi in luogi e Paesi diversi, compreso anche cosidetti “punti caldi”. Ultimamente, mi dice Paola, lo zio ; molto interessato di Chernobyl e vuole andare a vedere.
Paola chiede l’autorizzazione, ovviamente concessa, di dare il mio numero di telefono allo zio per un contatto diretto.
Non passano neanche 20 minuti che segue un’altra chiamata.
Una voce maschile, sicura di se, citando Paola e ripetendo velocemente tutto ci; che mi ha detto sua nipote, mi chiede se sarei in grado di organizzare un viaggio in Ucraina, e alla stazione atomica di Chernobyl e in particolare. Conclude dicendo: “…per le spese del viaggio non si preoccupi…”
“Ho capito” rispondo. “Ma al momento non posso rispondere alla sua richiesta ne promettere qualcosa. Prima vorrei sapere per quale ragione lei vuole andare a visitare la Centrale e mi farebbe piacere conoscere di quale attivit; si occupa la sua associazione…”
“Capisco, signora. Mi piace la sua impostazione della questione. Certo dobbiamo incontrarci e parlarne pi; diffusamente. Io vengo spesso a Vigevano, dove lei abita, per fotografare la sua meravigliosa Piazza Ducale, per cui conosco bene la citta. Non posso venire subito, perch; domani parto con mia moglie per una breve vacanza a Budapest. Siccome ho parlato con Paola, ho pensato di telefonare prima della partenza.”
“Ok. Mi chiami al rientro del vostro viaggio a Budapest. Gi; da ora le posso dire che io avevo pianificato ad andare nel mio Paese, cio; in Ucraina, proprio questo anno”
“Magnifico!” esclama il mio interlocutore. “Io non conosco ne la lingua, ne il Paese, e volevo a chiederle di darmi una mano anche come l’interprete.”
“Vedremo…”
“La chiamer; sicuramente!” sento ancora una forte esclamazione e, augurandogli un viaggio felice, chiudo la comunicazione.
Senza perdere il tempo accelero i ritmi di lavoro dei libro sopra indicato. Iniziato pi; di sei anni fa, quando ancora lavoravo nella redazione del network locale “GOK”. Durante questo periodo ho scritto e pubblicato quatro nuovi libri, ma il tema di Chernobyl non avevo toccato. Finalmente, nell’aprile 2006, alla vigilia del ventesimo anniversario della tragedia di CHERNOBYL ho sentito dentro di me un forte bisogno di riprendere il lavoro su questo libro. Libro, che richiedeva solo la definizione di alcuni ultimi capitoli, la correzzione ed impaginazione.
Parallelamente, non solo sto pensando alla proposta di Paola e suo zio, ma studio e anallizzo profondamente anche la situazione reale della Centrale di Chernobyl, dopo due decenni dell’esplosione e le sue traumatiche conseguenze.
Mi risulta che il volume delle informazioni di questa tragedia planetaria, ; misero. Il fatto non mi stupisce, perch; tutti noi, che siamo nati e cresciuti durante l’epoca di URSS, sappiamo bene che cos’; “il velo del segreto”. Segreto, spesso l’ingiustificato che portava, come, per esempio, nel 1986, a molte sacrifici e causava vittime umane. Che suddivideva la gente tra quelli che potevano sapere e gli altri che non dovevano sapere. Anche nei casi in cui sorgeva una questione della loro vita o della loro morte.
Questo famigerato velo del segreto, ; stato scrupolosamente protetto non solo dell’ Est ma anche dell’Ovest. Nonostante le dichiarazioni dei leader politici, nonostante le riforme, nonostante le “rivoluzioni”, “glasnoct’” (trasparenza - ital.), “perestrojka” (ricostruzione, riorgazione –ital.), “l’affermazione delle principi democratici giuridici”, “le difese dei diritti umani” etc.
Tante volte in vita mia ho incontrato questo resistenze. In ambito statale “il velo del segreto” era molto curato e, frequentemente, copriva tutto. A volte semplicemente per vigliaccheria, ma anche per incapacit;, malevolenza, raggiri.
Attualmente mantengono ancora un velo di nebbia. Molti sospettano, ma non vogliono impegnarsi a pensare. Non fanno nulla per far conoscere il pericolo esistente e le conseguenze drammaticne delle irradiazioni. In particolare, la vulnerabilit; reale del riffuggio-sarcofago del quarto reattore.
Nonostante siano passati 21 anni dall’esplosione della centrale nucleare, la radioattivit; nell’area delle “Zona chiusa e zona di trasferimento obbligatirio” di Chernobyl raggiunge ancora i 43 microraggi x, e supera i limiti di norma*.
Molte malattie, sempre pi; diffuse tra abitanti della zona e anche delle altre regioni dell’Ucraina, non sono ancora riconosciute come conseguenza dei radionuclidi fuorusciti.
Richiamiamo alla mente, per esempio, l’aumento di una rarissima prima malattie della tiroide, che 5 anni dopo l’esplosione della Centrale ha avuto un incremento a livello di un’epidemia. Per anni e anni non ; stata riconosciuta come conseguenza dell’irradiazione.
Una situazione che mi ricorda una descrizione di un noto scrittore italiano Alessandro Manzoni (1785-1873), in un suo famoso romanzo storico
“I PROMESSI SPOSI”. Una descrizione della vita del nord Italia, e particolarmente, della Regione Lombardia e Milano dal 1628 al 1631. Un periodo molto difficile sotto l’aspetto politico ed economico che comport; non solo invasione barbarica e le sue pesanti conseguenze di distruzioni e carestia, ma anche la diffusione della peste nella regione. Un flagello che all’inizio, nessuno voleva ammettere e tutti nascondevano. Sia le autorit; locali, che il popolo.
Ecco, cosa scriveva A. Manzoni in un capoverso de I Promessi Sposi, dedicato al problema della peste:
«...In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche il proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste; vale a dire peste si, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio e senza contrasto: ma gi; ci s’e attaccata un’altra idea...”
In molti adottando un’abitudine esemplare nei riferirsi all’assenza di dati scientifico-esplorativi: “...causa la mancanza di soldi per realizzazione di lavori e programmi scientifici a lungo termine per la diagnosi e la prognosi sull’influenza delle radiazioni sulla salute della societ; attuale e delle generazioni future in campo statistico ed epidemiologico.”
Nel frattempo non mancano situazioni assurde anche quando esistono dati esplorativi. Semplicemente si nascondono, o si dimenticano, o non si analizzano e non si uttilizzano a vantaggio dell’umanit;.
Se i governi dei Paesi vittime della tragedia di Chernobyl, fossero stati pi; aperti sia tra loro che verso il mondo estero; se non avessero saranno cercato di riattivare una cortina di ferro, sotto l’insegna sbiadita degli “interessi nazionali”; se avessero parlato onestamente a tutto il mondo dei loro problemi e dei loro bisogni, sicuramente avrebbero trovato simpatie, aiuti, e fondi necessari.
Inoltre, perch; non far conoscere ai ricercatori, almeno per la formazione di prognosi, anche i dati riservati sull’esperimento nucleare in Kasachistan? O i risultati degli studi, che ha fatto Giappone tra le 87. 000 persone sopravissute dopo il bombardamento atomico dell’agosto 1945? Studi che hanno documentato la crescita dei casi di leucemia nei primi anni dopo le irradiazioni. E per decenni sono aumentati i tumori polmonari, del seno, delle tiroide e etc. E dove ultimamente, anche una tra le malattie non oncologiche, l’insufficienza cardiaca, ; stata riconosciuta come la conseguenza dell’irradiazione. Cosa che finora non ha fatto l’Ucraina.
Certamente, le situazioni che sono causato le due catastrofi nucleari - in Giappone e in Ucraina - sono ben diverse. Ma le conseguenze sono molto simili.
Questo lo pu; vedere anche il non specialista. E anche – a occhio nudo.
Ma purtroppo, finora le informazioni su questa tragedia universale, derivante dalla radioattivit;, vengono centellinate in misura troppo limitata, o troppo ritardata. Di conseguenza anche questo libro riporta alcune dati vecchi di 2-3 anni.
E’ ovvio che nascondere una malattia, rende impossibile sia la cura che acquisire un aiuto di qualcuno per rendere possibile la cura.
A poco a poco arrivo da conclusione: il mio libro non ; finito devo lasciare ancora... Perch; non ; giusto di chiudere questo lavoro in fretta, quando la mente ; piena di altri pensieri. Perch; ho deciso di scrivere un altro libro. Documentario. E anche creare un nuovo progetto di solidariet;.*
...A meta di settembre, prima la nuova chiamata di Dario Riboni, (cosi si chiama lo zio di Paola), una bozza del Progetto Internazionale di solidariet; ; pronta.
L’ho steso in tre lingue: russo, ucrano ed italiano. Durante questo lavoro ho trovato l’appoggio prezioso di Nicoletta Marni, direttore del Centro Servizi Volontariato di Pavia e Provincia e di Bruno Laverone, referente dello Sportello CSV di Vigevano.
Dopo di che incontriamo nella sede operativo dell’Associazione “Il volo della GRU” con il futuro collaboratore (cosi cominci; a chiamare D. Riboni, che continua a dimostrare un grande interessamento sui problemi e sulla situazione attuale a Chernobyl).
Al primo incontro, l’imponente Riboni dimostra anche la sua puntualit;. Una cosa che io stessa rispetto tanto. Una cosa, che al pari della stretta di mano, testimonia le molte cose della persona a prima vista.
Dopo le presentazioni, le chiedo subito il motivo preciso per il quale lui vuole andare in Ucraina e, se riusciamo, a Chernobyl:
“Come turista?”
“No! Non come turista” vivamente ribatta Riboni. “Io voglio esplorare questo posto e fare foto e video. A proposito,” con leggerezza si alza dalla sedia e si avvicina alla grande mappa geografica “dove si trova il Chernobyl?”
Io ho appeso alla parete questa grande mappa appositamente per gli italiani. Perch;, durante la mia permanenza e l’attivit; culturale in Italia, ho notato che molta gente che non conosce assolutamente l’Ucraina. Conoscono bene i lavoratori ucraini e di solito parlano bene della loro operosit; e intelligenza ma non sanno da che parte del globo terrestre provengono. Spesso, chi viene per la prima volta nell’ “ufficio ucraino e russo” (come ogni tanto chiamano in citta la sede dell’associazione culturale italo-slava “Il volo della GRU”), non ha neanche una pallida idea dove si trova l’Ucraina, a differenza della Russia che conoscono benissimo tutti quanti.
Sulla carta ho segnato i contorni dell’Italia e dell’Ucraina con un pennarello rosso e, frequentemente, ascolto esclamazioni meravigliate:
“Come ; piccola la distanza tra i nostri Paesi! Io pensavo fosse piccola ma guarda,
essa ; pi; grande d’Italia!”
“E si.” rispondo di solito. “Il territorio dell’Ucraina ; pi; del doppio dell’Italia. L’Ucraina ; conocsiuta nel mondo come il granaio dell’Europa, perche ; molto riccha di terre nere.
“Si ; vero!” – rispondono alcuni italiani. “Ho studiato a scuola che ; il granaio dell’Europa, ma l’avevo dimenticato”.
Mostr; a Riboni in che parte dell’Ucraina si trova Chernobyl (anche questo luogo l’ho tracciato intorno con un cerchio rosso). E quando, durante la nostra conversazione, ; viene alla luce che anche lui non lo sa praticamente niente della mia Patria, cominci; un breve excursus nella storia. Cominciando dalla fondazione dello Stato antico dei nostri l’avi – slavi orientali, Rus’ di Kiev (Kievskaya Rus’) e poi delle i pi; grandi citt;, dopo di Kiev, fondate dai parenti e dai discendenti dei principi di Kiev: Novgorod, Smolensk, Mosca...
La conoscenza di Riboni sulla catastrofe nucleare di Chernobyl ; limitata a quanto visto in un video film americano, dedicato al ventesimo anniversario della tragedia e proettato nella primavera 2006 anche dalla TV italiana. Da questo momento, dice, e nata la voglia ad andare a Chernobyl. Problema: l’ignoranza della lingua e la mancanza di notizie su come si pu; raggiungere la Centrale.
“In Ucraina non ; come negli altri Paesi del mondo che ho visitato. Arriv;, prendo un auto a noleggio e vado dove voglio...” Esordisce il mio interlocutore tra l’interrogativo e l’affermativo: non ; cosi.
“Non si pu; a prenderla un’auto a noleggio? Non ci sono autonoleggi? – continua a chiedere Riboni. “E taxi?”
“Per i noleggi non ho informazioni. Durante l’epoca sovietica cerano, ma poi il governo li ha chiusi tutti. Forse a Kiev qualcuno ha gi; pensato di creare anche questo servizio, ma non credo ce ne siano nelle altre citt;. Certo che possiamo prendere un taxi o una macchina privata, ma sar; molto caro, perch; le distasnze in Ucraina sono rilevanti.”
“Con i soldi non c’; problema!” ripete ancora. “Io pager; di tutto” assicura. “Purch; raggiungiamo Chernobyl”.
“Vedremo...”
Ognuno di noi comincia sistemare i documenti e fare gli altri preparativi per il viaggio. Viaggio effettuato, dico in anticipo, nell’ottobre 2007.
* * *
* da 15 a 25 microraggi x in un ora – ; lo sfondo ambientale naturale in maggior parte della Terra.
* nei limiti dell’Associazione culturale Italo/Slava “IL VOLO DELLA GRU” che ; stata fondata e diretta dall’autrice V. Zhuravel a Vigevano (PV), sono stati organizzati eventi multinazionali culturali ed educative e anche azioni benefiche e di solidariet;: “Bambini di Beslan”(2004); “Stringiamoci in un cerchio fraterno” (2006) e altri.
* Il territorio della Repubblica Italia ; 301 302 kilometri quadrati. (Ucraina, come gi; detto, ; 603 700 kilometri quadrati); gli abitanti in Italia sono 56. 411. 000. La densit; ; 187 abitanti per un kilometro.Quantit; dei medici ; di 1 per 345 persone.
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(Continua...)
Ñâèäåòåëüñòâî î ïóáëèêàöèè ¹208110600562