247.. -280 1 фестский диск. эти пару страничек мне

 247..-280_1 ФЕСТСКИЙ ДИСК. ЭТИ ПАРУ СТРАНИЧЕК МНЕ УДАЛОСЬ.ТОЛЬКО ОТЫСКАТЬ ИЗ КНИГИ ЛУИДЖИ ПЕРНЬЕ, ЧТО И НАШЕЛ ПО СУТИ ФЕСТСКИЙ ДИСКЪ! Отрывок из его книги “ the Palace of Menos” 1910 / это архивная копия. Какого то Университета – фрагмент. На книгу постоянные ссылки, но видимо она не оцифрована для Интернета – мне удалось найцти фрагмент 280- 285 странички, и вот один из 4 рисунков / .Луиджи Пернье. Из Книги Дворец царя Минуса- 1910 года.С этой книги и идут разногласия даже о том, как читать диск? Пернье считал, что от Обода, как и мы / Корнев, Смелостев/ - Еванс же- с Обода внутрь/ Еще у меня есть фото из книг Еванса и Пернье диска- там нумерация секторов ОБРАТНАЯ!. babilonesi,   hetei e ciprioti,   gli scarabei  egiziani,  le pietre  incise di Creta e dejle isole egee e tutti gli altri generi di stampiglie usate per rilievi od iscrizioni fittili.
 
 Veniamo ora alia classificazione e identificazione dei segni, ai quali cercheremo
riscontri negli altri principali sistemi di antica scrittura figurativa, cioe nel sistema
pittografico cretese e in quelli geroglifici deJl'Egitto della Caldea e del paese
degli Hetei. I segni sono in complesso 241, di cui 123 sulla faccia A, tutti identificabili ad eccezione di uno (della zona periferica) scomparso a causa d'una scrostatura della terracotta, e 118 sulla faccia B, dove la conservazione dei segni e anche migliore. Tra i 241 segni si distinguono 45 varieta o tipi diversi, i quali si ripetono cia-scuno un numero piu o meno grande di volte, ma sempre perfettamente identici, in quanto per ogni tipo si adopero, siccome abbiamo detto, un solo punzone. I vari tipi possono esser divisi in classi a seconda della loro forma esterior FlGURA UMANA E SUE PARTI.
 
1. Si ripete sei volte sulla faccia A, cinque sulla faccia B; due volte controsegnato con linea graffita che si diparte obliquamente da una gamba.
Rappresenta di profilo un uomo che corre col braccio sinistro alzato; il suo vestito consiste in una semplice fascia stretta alia vita e co-prente i fianchi   secondo  la foggia minoica che si riscontra ad
 
esempio nelle figurine virili di Petsofa., nei personaggi del corteo scolpito sul vaso in steatite di Haghia Triada e nel coppiere di Knossos dipinto in affresco. " 2. Una sola volta sulla faccia A.
Figura virile di profilo, nell'aspetto simile alia precedente, ma affatto nuda. Procede lentamente con ambedue le braccia portate indietro e coi polsi congiunti forzatamente sul dorso come se fossero legati. Sembra rap-presentare un prigioniero.
Simili mosse non naturali delle braccia hanno spesso i prigionieri su monumenti egiziani. Cfr. MACKENZIE,  Cretan palaces and the Aegean civilisation, in  B. S. A., XII, p.  233 e segg.
    
   
3. Una volta  sola  sulla faccia B con  linea  grafrlta che si diparte obli-quaniente' dal piede destro.
Figura di un uorrio volto di fianco, che si avanza lentamente con le
gambe un poco piegate e le braccia penzoloni. Nudo o coperto soltanto da
una corta camicia che arriva sino ai fianchi, nelle forme del corpo mi pare
che mostri segni di debolezza organica e forse accenna appunto all'idea di irtferio-
riorit; o debolezza. , .
 
 
4. Due volte sulla faccia A e due sulla faccia B. Figura di donna col busto di faccia e nel resto di profile II suo braccio destro cade lungo il fianco, il sinistro e ripiegato sul seno nella mossa che spesso si riscontra in figurine muliebri cretesi d'epoca minoica e po-steriore. I capelli sono prolissi;   il vestito sembra fatto in modo da la-sciare scoperto il petto ed e guarnito con Un ampio svolazzo del genere di quelli che nei monumenti minoici spesso si vedono ornare la veste muliebre.' 5. Due volte sulla faccia A.
Testa virile di profile I capelli come nelle intere figurine d'uomini (nn. 1-3) non sono indicati; il cranio e tondeggiante. Due cerchi, chiara-mente indicati sulla guancia, potrebbero rappresentare un accenno di ta-tuaggio o di colorimento del viso.2
 
6. Quattordici volte sulla faccia A e cinque sulla faccia B. Trovasi
 
sempre in fine di gruppo, seguito dalla linea divi-soria. Sulla faccia A in dodici casi e preceduto dal disco (n. 37); m due da una serie di altri sei se-gni (fig. 15 b) e in tre casi da una serie di altri tre segni (fig. 17) che si ripetono identici e nello stesso
Fig. 13. Filisteo scolplto sul tempio di Medinet-Habu.
ordine, formando gruppi eguali. Figure diverse lo precedono sulla faccia B, ma cosi da questo come dall'opposto lato, l'iscrizione termina appunto con una simile testa preceduta dal disco.
E una testa virile di profilo, alquanto diyersa nell' aspetto dalla  precedente; la fronte e piu sfuggevple e il capo apparisce
piu allungato, forse anche a causa dell'elmetto piumato che lo ricopre. ' L' elmetto
 1 Cfr. per es.  le statuette  in porcellana   della dea
dai serpenli di Knossos in B. S. A., IX, p. 75 e segg.,
figg. 54-57; la figura muliebre di un affresco di Ha-
ghia Triada in Mon. Ant.; XIII, tay. X, e una stafuetta
in bronzo pure di Haghia Triada in Mosso, Escursioni
nel Mediterraneo, ecc, fig. 26.
2 Sull'uso di colorirsi il viso nell'epoca minoico-mi-
cenea non v'ha dubbio. Secondo il prof. Halbherr, il
q uale voile additarmi pure altri notevoli riscontri, varie
Ausonia • Anno III.
 figurine fittili di Phaestos e di Haghia Triada dimo-strano chiaramente quest'uso e alcune steatiti incise possono essere pintaderas piuttosto che sigilli. Mollo importante in proposito e la testa in stucco dipiato di . Micene pubblicata dallo TSUNTA6, in 'EfrnfitpU 4pxai0-Xoyix-K, 1902, c. 7 e seg., tav. I. Cfr. WOLTERS, 'EXa-tpo'oTtxTo?, in Hermes, XXXVIII (1903), p. 265 e segg. 'Per questo non credo che si possano vedere nella testa i caratteri della dolicocefalia la quale caratterizza
36
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sembra costituito da una calotta di cuoio o di panno sulla quale e applicato una specie di diadema di penne. Questo segno si presenta del tutto nuovo nel campo della scrittura figurata, non avendo alcun riscontro ne fra le pittografie cretesi, ne fra i geroglifici egiziani e neppure fra quelli hetei,1 i quali raffigurano la testa umana o con ricca capigliatura a parrucca 2 o con una specie di berretta rialzata sul davanti' o con la mitra conica che caratterizza le divinita maschili sui rilievi rupestri di Bo-ghazkoi. 4 Invece una sorprendente somiglianza con le teste piumate del disco di Phaestos, offrono le teste dei Pulesatha o Filistei i quali, vinti e fatti prigionieri dal Faraone Ramses III (verso il 1200 a. C.) si veggono scolpiti sulle pareti del tempio di Medinet-Habu (fig. 13).5 Nelle une e nelle altre quasi identica e la foggia dell'elmo e persino sembrano simili i tratti fisionomici. Ma le figure dei Filistei di Medinet-Habu non ci obbligano proprio a credere che di Filistei siano pure le teste con elmo piumato del nostro disco. Sopra un bassorilievo caldeo di Tello si vede la testa di un personaggio (il re ?) con bonetto ornato di penne.* II costume delle penne sul capo non era dunque esclusivo dei Filistei; lo praticavano i Licii, forse anche i Thuirsha7 (Tirseni ?), le genti della Libia,8 gli arcieri della Nubia,' ma cio che piu importa, non era neppure estraneo alia Creta minoica e ai paesi d'influenza minoica e micenea. II sig. Evans a Knossos ha scoperto e ricomposto i frammenti di un rilievo in stucco dipinto, rappresentante un personaggio minoico, forse proprio un principe, che ritto in maestosa attitudine, impugna un'asta ed ha il petto ornato con una collana a fiori di giglio e la testa con penne.10 Elmetti crestati pare all'Evans di veder rappresentati sopra placchette in porcellana trovate pure a Knossos.11 II sig. Hall ricorda inoltre che la stessa acconciatura del capo mostrano un personaggio armato di ascia sopra un intaglio in avorio di Enkomi (Cipro) e i guerrieri dipinti sopra un vaso geometrico di Micene.I2 L'ornare il capo di penne sembra percio una usanza gia anticamente molto diffusa per tempo e per luogo, praticata -pure   nella   Creta   minoica   e   nulla   vieta  di   credere   che   la   testa   con
la razza cretese.   Cfr. MACKENZIE,  in   B. S. A., XII, 5 G.   MASPERO,   Histoire   ancienne   des   peuples   de
p. 230 e segg.;  SERGI, Europa (1908), p  603 e segg. I Orient dassiqiu, II, pp. 462,  463, 469, 669 e 701.
1 Per i geroglifici  hetei   mi   riferisco   sempre   a L. 6 PERROT-CHIPIEZ,   Histoire   de   1'art,   II,   p.   591,
MESSERSCHMIDT, Corpus inscriptionum Hettiticarum, in fig.  285. Cfr. ivi anche la fig.  238 a p.  521.
Mitteilungtn   der  Vorderasiatischen   Gesellschaft,   1900, ' \V.  M. MUIXKR, Asien tmd Europa, p. 362 e 380.
4,  5;   1902, 3;   1906,  5.  Questa ed altre delle opere 8 E. MEYER,  Geschichte des alten Aegyptens, p. 306.
qui citate ho potuto avere a mia disposizione per cor- ? MULI.ER, op. cit., p.  7.
tese liberalita del senatore Comparetti. Io E esposto nel museo di Candia e non ancora pub-
2 Cfr. per es,  C. I. //., II (Babylon), 1.  1;  IV. A. blicato.
(Hamath), 1.  1. " B. S. A., VIII, p.  19.
5  Cfr. per es,   C. I. //., XI  (Jerabis), 1.  2, 4. " H. R. HALL, Keftiu and the peoples of the sea, in
;' Cfr. per es. C. I. H., XI (Jerabis),   1.   3  e,   pei B. S. A., VIII,  p.  185.
rilievi di Boghazkbi, XXVII,  A. B.  E.
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 elmetto piumato del disco di Phaestos sia proprio quella di un cretese ed anzi ci offra uno dei piu antichi esempi di tale acconciatura del capo. E poiche in Creta gli altri esempi son rari vien fatto di pensare che le penne sulla testa fossero un distintivo del principe. La somiglianza fra le teste dei Filistei, rappresentati a Me-dinet-Habu, e quelle molto piu antiche del disco di Phaestos si spiega senza diffi-colta, se si ammette la tradizione antica, validamente sostenuta dall'Hall, ' la quale e Concorde nel far derivare i Filistei da Creta. II disco adunque, con l'impor-tante segno di cui ci occupiamo, setnbra offrirci il lontano prototipo cretese del Fili-steo che conosciamo dai monumenti egiziani, e la nuova scoperta reca forse un altro accenno a quella corrente di civilta cretico-micenea che passa attraverso la Palestina non solo dalla fine del secolo xvi al secolo XII a C.,2 ma forse fino dall'epoca anche piu antica alia quale appartiene il disco.
 
7. Una volta sulla faccia A, e quattro sulla faccia B, dove in tre casi e accompagnato da una linea che si diparte obliquamente dal basso.
Rappresenta il pugno stretto,3 difeso da una specie di cestus il quale, lasciando libere le dita, come il cestus classico, e fermato da una cinghia che passa attraverso la palma e si avvolge intorno al polso. E forse un simbolo di forza e ci richiama al pugilato che, a giudicare dai monumenti di Knossos 4 e di Haghia Triada,5 era uno degli esercizi preferiti nell'educazione minoica. II cestus vi apparisce generalmente usato.
 II.
 ANIMALI E PARTI DI ESSI.
 
8. Due volte sulla faccia A e una sull'opposta. Uccello in posa di profilo. Quest'uccello per la specie cui appartiene e diverso da quello simile che si trova spesso sulle iscrizioni hetee ;6 sembra  un  piccione  o una  colomba, animale  che  ricorre fra le pit-tografie cretesi7 e che ha una parte molto notevole nelle rappresen-tanze figurate della religione minoica e micenea.8
 1 HALL, loc. cit., p. 182 e segg.
2 R. WEILL, Le vase de Phaestos, in Revue archeo-
logique,  1904, I, p. 52 e segg.; P. H. VINCENT,  Ca-
naan, p. 459, seg. e note.
5 Cfr. un simile geroglifico heteo in C. I. H., IX, A (Jerabis) 1. 2.
; Cfr. per es. EVANS, in B. S. A., VII, p. 95, fig. 31 e IX, p. 57, fig. 35.
5 Vedi il famoso rhyton di Haghia Triada in HALB-HERR, Mem. R. 1st. Lomb., XXI, tav. II, fig. 3 e Mosso,
 Escursioni, ecc, figg. 89, 90,  149.
« C. I. //., IX (Jerabis), A, 1. 4, D, 1. 2; X (Je-rabis), 1. 3; XI (Jerabis), 1. 5; XII (Jerabis) 4, 1. 1; XXXII (Bulgarraaden), 1. 2; XXXIX, 1 (Karabel); XLJ,  1; XLIII, 6.
7 EVANS, Cretan Pictographs in Journ. of Hell. Stud.,
XIV, p. 310, n. 45.
8 EVANS, B. S. A., VIII,  p.  28  e segg., fig.  14;
p. 98 e segg., fig. 56.
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o. Cinque volte sulla faccia A, in un caso capovolto, sempre prece-duto dal corho di bue (n. 15), e tre volte formante con altri tre segni un gruppo che si ripete identico (fig. 17).
Falco che vola ad ali tese, col Corpo visto dal disopra e la testa di profilo. Un soggetto simile e rappresentato in un' ametista di Knossos,1 sopra cretule impresse di Haghia Triada,2 ecc. Nella scrittura lineare cretese della classe A trovasi molto spesso il segno dell'uccello volante.'
 
10. Due volte sulla faccia A e quattro sull'opposta. Pesce, probabilmente tonno, visto  di profilo.  II pesce  natante, come simbolo geroglifico, si trova pure in Egitto e in Caldea. Ri-corre gia. sopra una pietra incisa cretese di tipo assai primitivo 4 e, insieme ad altre pittografie, sopra una cretula impressa, proveniente da costruzioni di Knossos del-l'epoca del primo palazzo.5 II tonno poi comparisce non di rado su gemme cretesi di tarda epoca minoica,6 e tanto su queste come sul disco di Phaestos, e eseguitc/ in una maniera  che ci ricorda la franchezza e il  naturalismo  con  cui  gli  artisti cretesi dipingevano e modellavano i pesci.7
 
11. Una volta sulla faccia A e due sulla faccia B dove trovasi preceduto
dalla barca e dalla colonna (nn. 25, 27).
Insetto con due ali e due mandibole o antenne, visto dal disopra. Qualche insetto, come il ragno, figura tra le pittografie cretesi e si ritrova su pietre incise protoegizie e libiche,8 ma qui abbiamo da fare piuttosto con una mosca o una farfalla nptturna.
 
12. Tre volte sulla faccia A e otto sopra l'opposta. Sulla faccia A nella
combinazione con la mosca,  che si ritrova in B, e ripetuto  due volte di
seguito. In otto casi sta alia fine del gruppo, in due preceduto dal segno
delle onde (n. 24), in tre stampato al rovescio.
Testa di cane, di profilo. Sembra un mastino o un cane lupo. Teste di animali, per l'animale intero, sono  assai frequenti sui  geroglifici egiziani ed hetei. Ma ap-
 1 EVANS, Cretan Pictographs in yourn. of Hell. Stud.,
XIV, p. 281, fig. 8.
2 Cfr. per es. Mon. Ant., XIII,  c.  30, fig.  18.
3 Per Knossos, cfr. B. S. A., IX,  p.  52, fig. 27-a;
per Haghia Triada, Mon. Ant., XIII, cc. 23, 26, figg. 6
e 10; c. 49, n. 15 e Rendic. R. Ace. Lincei, XIV, p. 390,
fig. b.
* EVANS, Cretan Pictographs in Journ. of Hell. Stud.,
XIV. P- 339. fig- 59 c-
> B. S. A., VIII, p. 107, fig. 64.
« Cretan Pictographs in Journ. of Hell. Stud., XIV, p.  308, n. 33.
 ' Ricordo ad es. l'affresco coi pesci che ornava la corte del megaron privato di Knossos {B. S. A., VIII, p. 58 e seg.), l'affresco dei pesci di Phylakopi d'arte indubbiamente cretese (BOSANQUET, in Journ. of Hell. Stud., suppl. IV, tav. Ill), i pesci in oro e in porcel-lana di Knossos (B. S. A., VIII, p. 81, fig. 45; IX, p. 68 e segg., figg. 46, 47).
8 EVANS, Further discoveries of Cretan and Aegean Script/m Journ. of Hell. Stud., XVII, p. 339, n. 85. Un ragno e pure rappresentato sopra un ciondolo in orodi Haghia Triada. Cfr. PARIBENI, in Mon. Ant., XIV, c-  737. %• 36-
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punto la testa del cane-lupo si trova ripetuta due volte sopra una cretula impressa del deposito del tempio di Knossos.1 E quella del cane-lupo una razza che esi-steva in Creta fin dai tempi piii antichi* e che oggi pure e molto rappresen tata hell' isola.
 
13. Una sola volta sulla faccia A.
 
Testa di ariete o di mufflone, vista di profilo. Molto comunemente usata nella scrittura hetea,' presenta in generale un aspetto alquanto diverso sulle pietre incise cretesi,4 ma trova un riscontro quasi perfetto nella testa di una capra (Amaltea secondo l'Evans) stampata in rilievo  sopra  una cretula del deposito del tempio di Knossos.s
14. Due volte sulla faccia A  stampato  al  rovescio e  preceduto dall'uomo
che corre (n.  1) col quale forma gruppo a se.
Zampa di animale bovino vista di profilo. Tra i geroglifici egiziani si ritrova identical
 
15. Cinque volte sulla faccia  A ed una sull'opposta. Sulla faccia A in tre
casi e distinto con una linea graffita obliquamente rispetto alia base e forma
gruppo insieme con altri  tre segni che pure si ripetono  identici nello stesso
ordine (fig. 17).
Corno di bue.  Segno  usato nella scrittura geroglifica egiziana  con valore di determinativo a significare  attacco,  opposizione.   Non  figura  tra le pitto-grafie cretesi.
 
16. Dieci volte sulla faccia A e cinque sull'opposta. Sulla faccia A in due casi trovasi ripetuto due volte di seguito e forma gruppo con cinque segni che si ripetono identici, nello stesso ordine (fig.  15 b).
Dalla sua somiglianza col segno egizio della pelle di pantera possiamo credere che questo segno rappresenti pure una pelle di animale distesa e vista dalla parte opposta al pelo.' L'Evans inclina a riconoscere pelli di animali, di profilo, nelle impressioni di una cretula trovata in un magazzino vicino alia strada minoica che conduce al palazzo.7 II famoso sarcofago dipinto di Haghia Triada ci fa vedere che le pelli di animali erano largamente usate in Creta anche per fame delle vesti, specialmente rituali.8
1 EVANS, in B. S. A., IX, p. 56, fig. 32. 4 EVANS,  Cretan Pktographs in Joitrn. of Hell. St.,
•   2 Cfr. O. KELLER,   Hunderassen   im   Altertum,   in XIV, p. 309, n. 35.
Jahreshefte des bsterr. archciol. Institutes in Wien, VIII S EVANS, in B. S. A., IX, p. 88, fig. 60.
(1905), p. 248. * Cfr. ad es. PEPROT-CHIPIEZ, Hist, de Vart, I, p. 667,
»  C. I. H., II   (Babylon),   1.   3,   5;   VI (Hamath), fig. 455.
1. 1;  X (Jerabis), 1.  7; XI (Jerabis), 1. 2, 3, 4;  XII, 5, 1 B. S. A., X, p.  57, fig.  20.
XIV,  7, XV, A (Jerabis); XXXV (Kolitoluyaila), 1. 2, « PARIBENI, Mon. Ant., XIX, c.  18 e segg., figg. 4
3; XLVI1  (Malatia). e  5  e .taw. I,  II.
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III. VEGETALI E LORO DERIVATI.
 
17. Tre volte sulla faccia A ed altrettante sull'opposta. In cinque casi tro-
vasi preceduto dall'uomo che corre (n.  1), col quale una volta forma gruppo
a se.
 
Albero alquanto stilizzato e percio somigliante a una clava. Un albero si-mile apparisce sopra la ben nota gemma dell'antro di Giove al monte Ida, ' sopra altre pietre incise cretesi,2 nelle impronte di due cretule trovate nel piccolo palazzo di Haghia Triada,3 e sulle stesse iscrizioni geroglifiche del palazzo di Knossos. 4
18. Due volte su ciascuna faccia.
Sulla faccia A trovasi in unione con altre sei figure formanti un gruppo che si ripete due volte (fig.  15 b).
Stelo con brevi foglie, terfninante in un grande fiore ad ombrello.
19. Cinque volte sulla faccia A e sei sull'opposta.
 
In sette casi occupa il primo posto d' un gruppo, e sulla faccia A sta in mezzo ad altre sei figure formanti un gruppo che si ripete due volte (fi-gura i$b).
Ramo con cinque foglie che sembrano trilobate, forse di platano.
 
20. Quattro volte sulla faccia B. In due casi trovasi nel mezzo d'un gruppo di altri quattro segni (fig. 16) che si ripete identico. In un terzo caso al gruppo stesso manca l'ultima figura.
Tronco di pianta con due rami fronzuti, probabilmente di vite. II signor Evans inclina a riconoscere la vite in una pianta poco dissimile da questa, rappresentata sopra una tavoletta in porcellana di Knossos. s
 
21. Una volta sulla faccia A e tre sull'opposta, dove in due casi e pre-ceduto dal pesce (n. 10). Sulla faccia A forma gruppo separato col segno dell'arco (n. 30) che lo precede.
Fiore di croco.  Questo  fiore,  in voga  all' epoca minoica  forse anche per tinger tessuti, trovasi  riprodotto in maniera  molto  naturalistica  fra i  rilievi in porcellana del deposito del tempio di Knossos.6 Figura anche tra i segni della scrittura cosi geroglifica come lineare di Knossos e di Phaestos. 7
1 FURTWANGLER, Ant.  Gemmen, III, p. 47, fig. 22. lui trovate a Knossos col  favorinnene le  riproduzioni
1 EVANS,   Cret. Pictogr.,   in Journ. of Hell. Stud,, zincotipiche, le quali illustreranno il suo grande lavoro
XIV, p. 312, n.  58. sulla scrittura cretese di prossima pubblicazione.
' HALBHERR, Mon. Ant., XIII, c. 33 e seg., tav. V, S B. S. A., VIII, p. 20, fig. 10.
1. I. 1. 6 EVANS, B. S. A., IX, p. 68, fig. 45.
4 Sono molto grato al signor Evans, il quale voile 7 B. S. A., VI,   p. 30;   Mon.   Ant., XIII,   c.   26,
facilitarmi il riscontro delle  iscrizioni  geroglifiche da fig.  11.
 
22. Tre volte sulla faccia A ed una sulla B. In A trovasi sempre in principio di gruppo e, unito con altri due segni forma un gruppo che si ripete due volte (fig. 15 a).
Fiore di margherita, ridotto nella forma del motivo ornamentale cono-
sciuto sotto il nome di rosetta.
Questa e frequente come motivo ornamentale nell'arte assira, * e, ridotta a Stella,
figura sopra antichissime iscrizioni caldee di Tello.3 La scrittura egiziana possiede
un geroglifico simile. Sopra alcuni frammenti di sculture hetee di Jerabis apparisce
pure la rosetta, ma con numero diverso di lobi e piuttosto come decorazione che
come elemento di scrittura. 3 Nell'arte minoica, specialmente del tardo periodo, e un
motivo prediletto e usitatissimo che si trova, per esempio, dipinto nelle sale di
Knossos e di Phaestos, sul sarcofago di Haghia Triada, su vasi, o eseguito a rilievo
su lamine d'oro, in porcellana e in altra materia. Ma il riscontro piu perfetto a
questo segno del disco ci e offerto dalle rosette ad otto lobi dipinte sui bei vasi
policromi di Knossos 4 e intagliate sopra una bacinella da offerte in steatite prove-
niente dal primitivo palazzo di Phaestos.s
II valore della rosetta come simbolo, probabilmente astrale e sacro, viene indi-cato dal suo apparire anche sopra una cretula di Knossos in mezzo a quattro doppie asce,6 e sopra quel singolare oggetto d' Ilio in cui il Milani riconosce il mundus.7 Linearizzata corrisponde alia stella ad otto raggi che vedesi spesso incisa su blocchi' del palazzo di Phaestos:8
IV.  ESPRESSIONI  TOPOGRAFICHE  E  MARINE.
 
 
23. Una volta su ciascuna faccia nel mezzo di gruppo. Rassomiglia molto ai segni della scrittura pittografica cretese che il sig. Evans mette a riscontro coi geroglifici egiziani ed hetei indi-canti l'alternarsi di monti e valli e quindi l'idea di paese o regione. La scrittura dell'antica Caldea possiede un geroglifico simile col significato di « pezzo di terra ».9 24. Due volte sulla faccia A e
quattro sull'altra, sempre preceduto        ' PERROT-CHIPIEZ,Hist, de Vart, 11, fig. 121-123,265.
,  .,     „ ....       .... . >   -VT 1 2 DE SARZEC-HEUZEV, Dhouverles en Chaldet, tav. 3.
dalla figura del pileo (?) (n. 39). Nel       , WRIGHT> The Empire of ^ ^^ XIX 2> 3_
Centro della faccia B forma gruppo 4 MACKENZIE,  The pottery of Knossos in Jmtrn. of
a se col segno surricordato, e in un     HdL st" XXIII> tav- v- u 2*
0 5 pERNIER, Mon. Ant., XIV, cc. 479-480, fig. 87.
altro caso il gruppo e costituito dal        « EvANS B> s_ A> VIIIi p. io3) fig. 6l.
n. 24 precedutO e seguitO daln. 39. 7 Studi e Materiali, III, p.  11  e segg.,  fig. 312.
,-, ,. ,. .   , c 8 Mon. Ant., XII, c. 89, fig. 24, n. 8.
Consta di tre linee  ondulate e  fa  pen-        , ^ p.c(   .^ Journ gf Hdl ^ XIV) p 3,3
sare al geroglifico egiziano espresso con     n. 66.
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 tfe linee_a zig-zag e usato come determindtivo per indicare acqua, liquido.Non ,e
improbabile cheonella Creta minoica fosse  usuale  una simile  convenziorie, pbiche<|
sopra iscrizioni geroglifiche, 3u alcune cretule  impresse e sopra una tavolette in
porcellana di Knossos si ved6no appunto ie acque o le onde espresse per mezzo
di tinee ondulate. * . ; ;.
 
25. Due volte sulla faccia A e cinque suH'bpposta. Sulla faccia A sta in ttiezko ad altri cinque segni Che si ripetorio ideritici e hello stesso ordlne formando due gruppi uguali (fig. 15 d).
Barca o nave rostrata con alta poppa ricurva ad estremita
trilobata che, somigliando come ad un fiore, ci ricorda il fior di
loto di cui erano ornate a poppa le navi egizie della spedizione al paese diPunt1
(XVII sec. a. C). La prua, alta e diritta, meglio che terminare in una specie di
becco, Membra recare alcune attrezzature; dalla sponda emerge una figura, forse
quella d'un navigante. La barca, che pure ricorre tra i gefoglifici egiziani, si nota
per la sua assenza nella scrittura figurata hetea. Invece la rappresentanza di essa e
assai frequente nell'arte e nella scrittura della Creta minoica. II Paribeni, parlando
-della barca dipinta sul sarcofago di Haghia Triada, ricorda i numerosi modelli di
barche in avorio, in terracotta, in pietra, trovati in varie localita. dell'isola.3 Barche
assai spesso figurario su pietre incise 4 e su cretule impresse * di Creta stessa, pero
mentre su queste, nella maggjor parte dei casi, abbiamo a che fare cbri havi mer-
cantili, invece quella del disco, per la proa rostrata, sembra rappresentare uh legno
da guerra.
V.  COSTRUZIONI  E SUPPELLETTILl.
 
 
26. Una volta sulla faccia A' e cinque sull'op-
posta. E ripetuto due volte di seguito in un gruppo
della faccia B. :
Questa figura ci ricorda a primo aspetto le capanne del Punt (oggi paese dei Somali), scol-pite sulle pareti del tempio di Deir El Bahari (ficr.  14),6 Pero la somiglianza non e cosi stretta
Fig.   14.   Abitajione
da far credere che pure sul disco sia rappresentata una capanna e      del Punt scoipita
sul tempio di Deir
tanto meno che esistano rapporti di derivazione di una forma costrut-      EI Bahari.
1 EVANS, B. S. A.., VII, p. 18; VIII, p. 20, fig. 10. n. 32   e  Further Discoveries  in Jo'urn.  of Hell. St.,
1 NAVILLE,  The Temple   of Deir  El Bahati, taw. XVII, p. 334,  figg.  2 a, 3 a (qui abbiajno  forse  navi
LXXIII-V.      . rostrate) e p. 337,  fig. 7 *.
' Mon. Ant., XIX, c. 24 e segg., tav. I. * B. S. A., IX, p. 58, fig. 36  e XI, p. 13,  fig. 7.
; Cret. Pict. in Journ. of Hell. St.,   XIV,  p. 308, 6 NAVILLE, op. cit., tav. LXIX.
 —   289 —
tiva dall'altra. Le capanne del Punt, a forma di cupola, appariscono costruite con rami e giunchi sopra palafitte; invece sul disco sembra di riconoscere una vera e propria costfuzione o un oggetto, come una pyxis, modellato a somiglianza di un edificio. ' Questo si vede di prospetto. Tre basse colonne sostengono l'architrave e il primo piano coperto da un tetto orizzontale sporgente, usato forse come terrazza; sopra a questa, verosimilmente piu indietro, si erge il secondo piano dell'edificio coperto da cupola. I tratti vertical! possono indicare un sistema di costruzione con armatura di legno.
Per quanto nell'assieme tale architettura si presenti nuova in campo minoico,
tuttavia trovansi in essa vari elementi che all'architettura minoica non sono estranei.
II sistema di una colonna fra due pilastri o di tre colonne sopra una fronte, adot-
tato per i portici2 e caratteristico dell'architettura dei palazzi cretesi,' cosi della
prima come della seconda epoca. L'esistenza di tetti piani, sporgenti, e l'uso di ter-
razze o verande si deve di necessita ammettere studiando i palazzi suddetti, nei qulali
appunto e estesissimo 1'impiego della muratura infrapposta ad armature di legho.
E finalmente la copertura a cupola, cioe la tholos, sovrapposta a edifici sia circolari
sia quadrangolarj in pianta, e una struttura, la quale trovandosi adottata in tombe
cretesi fino dalla primitiva eta minoica, per esempio^ ad Haghia Triada, a Koumasa,
a Kalathiana, sembra tipica e originaria di Creta; 4 ed e ammissibile che quivi, come
altrpve in altra epoca, la cupola fosse in uso anche nell'architettura civile, con la
quale sta sempre in stretto rapporto ,1'architettura funeraria. ,
 
27. Cinque volte sulla faccia A e sei sulla B. In quattro casi preceduto dalla squadra (n. 33), in due associato ad altri cinque segni che si ripetono identici e nello stesso ordine formando gruppi uguali (fig. 15 d).
Colonna con capitello. Questa colonna leggermente rastremata in alto e for-nita di capitello quadrangolare, mostra uno dei tipi del tutto caratteristici del-l'architettura minoica. Identiche sono le colonne di certi edifizi dipinti sopra un affresco in miniatura di Knossos, di altri scolpiti sopra un frammento in steatite di Knossos stessos e sopra il famoso rhyton di Haghia Triada.6 Che il tip'o sia dei piu antichi si desume dal fatto che trovasi esemplificato sopra una cretula del deposito del tempio di Knossos.7 (Periodo medio minoico III).
1  Non mancano a Creta  esempi   di   oggetti  aventi ' NOACK, Horn. Paldsle, p. 9 e segg.
forma di abitazione.   Kicordo  due piccoli   modelli  di * SAVIGNONI, Mon. Ant., XIV, c. 662 e seg.
casa  circolare  con   tetto  conico   trovati   a   Phaestos. ' EVANS, B. S. A., IX, p.  130, fig. 85.
Mon. Ant., XII, c. 127 e segg.,  fig. 55. 'Etpnaspi; ip- * HALBHERR, Rendic. R. Ace. Lincei, XIV, p. 369,
xoioX.,  1906, c.  132, fig.  2. fig. 1; Mem. R. 1st.  Lomb., XXI, tav. II. fig.  3.
1 MACKENZIE, Cret. Palaces in B. S. A., XI, p. 206 ' EVANS, B. S. A., IX, p. 57, fig. 3.5.
e seg.
 Ausonia • Anno III.
 37
 — 290 —
 
28. Due volte sulla faccia B.
Probabilmente vaso; le fasce oblique possono indicarne la decorazione dipinta. Se fosse indicato l'intervallo fra l'ansa e l'omero del vaso, questo somiglierebbe perfettamente ad un genere di boccali di argilla rossiccia dipinti con fasce brune, boccali che sono comunissimi a Creta negli strati della fine del medio periodo minoico. ' Alquanto diversi sono i boccali figurati sulle gemme incise cretesi.2
VI. ARMI, STRUMENTI, UTENSILI.
 
 
 
29. Quattro volte sulla facciaA; indue casi formante gruppo con altri due
segni (fig.  15a); in due formante gruppo con altri cinque segni che si ripe-
tono identici e nel medesimo ordine (fig. i$d).
Rappresenta una penna alquanto stilizzata, con grosso fusto, probabilmente la penna d'una freccia. Un oggetto di tal genere, in osso, fu trovato nel depo-sito del tempio di Knossos. '
30. Una volta sola sulla faccia A, seguito dal fior di croco (n. 21), col quale
forma gruppo a se.
Rappresenta un arco concavo-eonvesso, di tipo scitico, con la corda allentata. Arcieri sono noil di rado rappresentati su monumenti minoici, per esempio sopra alcune tavolette di porcellana e sopra un frammento di rilievo in steatite di Knossos.4 Inutile ricordare come l'arco fosse una delle armi caratteristiche dei Cretesi, che la mantennero fino in epoca tarda, militando appunto come sagittarii negli eserciti stranieri.
31. Due volte sulla faccia B, in fine di gruppo.
Coltello a forte lama triangolare leggermente arcuata, con breve irripugnatura arrotondata. Una figura simile apparisce di frequente tra i geroglifici hetei. s
32. Una sola volta sulla faccia B in fine di gruppo.
Ascia a due tagli, l'uno normale all'altro, immanicata.
Questo strumento  e pure tipico di  Creta, dove se ne sono trovati di-versi esemplari  in bronzo. Uno proviene dal palazzo di Phaestos, 6 uno
dall'abitazione a pianta ellittica scoperta dal signor Xanthoudidis a Cha-maizi di Sitia; di due altri non si sa a quale strato archeologico appar-tenessero perche si trovarono erratici. 7
 1 Mon. Ant., XII, c. 108, fig. 40; XIV, cc. 457-458, S  C. I. If., II (Babylon), 1.  5;   X   (Jerabis),   1.  7;
fig. 67. XIII, 4  (Jerabis); XX  (Palanga) 1. 4,  5 ;  XXIII (Ma-
2 EVANS, Cret. Pict. e Furth. disc, in Journ. of Hell. rasch) A, 1. 2, 3; XXXI (Andaval)  C, 1.  2; XXXIII
St., XIV, p. 307, n. 29 e XVII, p. 334,  figg. 2, 36. (Bor), 1.  1;  LII (Marasch), 1.  2, 4.
3 EVANS, B. S. A., IX, p. 61, fig. 40. * PERNIER, Mon. Ant., XII, c. 467, fig. 74.
4 EVANS, B. S. A., VII, p. 44, fig. i3; VIII, p.  19, 1 XANTHOUDIDIS,   E<pmu.Epi<; ap/_atoX., 1906, cc. 133-
fig.   10. 134, tav.  7, n. 4.






 —   291   —
 
33- Sei volte su ciascuna faccia. Sulla faccia A in un caso ; controse-gnato con linea graffita obliquamente; in due casi sta in principio d'un gruppo di altri cinque segni che si ripetono identici e nello stesso ordine
(fig. i5«*). Squadra.
 
34. Tre volte sulla faccia A, in due casi preceduto dal ramo (n. 19),
una volta in principio di gruppo.
Rappresenta forse la pialla che si pu; riconoscere pure sulle iscrizioni geroglifiche trovate dall'Evans nel palazzo di Knossos nel  1900. '
 
                35. Una volta sulla faccia A.
Rappresenta di profilo un sigillo, verosimilmente in avorio, osso o pietra, di forma lentoide con orecchietta di presa. Un sigillo di questo tipo proviene dalla grande tomba a cupola d'epoca minoica primitiva, scoperta dal-l'Halbherr ad Haghia Triada.2
 VII. SIMBOLI INCERTI.
 
36. Due volte sulla faccia A, innanzi ad altri sei segni che si ripe-
tono identici e nello stesso, ordine formando due gruppi uguali (fi-
gura 15 i*). :       ': ;:'<
 
Pu;  rappresentare  un  pettine oppure uno strument; di  cui non conosciamo l'uso; pi; difficilmente la pianta di un edificio in forma convenzionale. 37. Quindici volte sulla faccia A e due sull'opposta. In A fa parte di due gruppi, l'uno di sette  segni che  si ripete  due volte (fig.  15;), l'altro di quattro segni che si ripete tre volte (fig.   17). In tredici  casi  precede la testa con elmo piumato (n. 6). Disco con foro o cavit; al centro e con altri sei fori o cavit; disposte intorno a cerchio. Probabilmente non ha a che fare coi simboli  astronomici  rappresentati sia da geroglifici  egiziani (circoli concentrici e circolo con punto centrale), sia da alcune simili pittografie cretesi.3 Apparisce identico ad un segno scolpito sopra una pietra iscritta di Jerabis. 4 Se il disco di Phaestos fosse una matrice, allora questo segno nel suo aspetto positivo avrebbe delle borchie rilevate e potrebbe rappresen-,     tare uno scudo;, nel caso opposto, essendo invece fornito di cavit; circolari, farebbe

' B. S. A., VI, p.'6i. ' EVANS,  Cret. Pici,  in Journ. of Hell. Si.,  XIV,
, 2 Meni. R, Ist. Lomb., XXI, tav. X, fig. 25, fila 2ad.      p. 312-313, nn. 62, 63,
;';'     Cfr. anche il sigillo di Messar; presso Evans, Cret. Pia. * C. I. H., XIII,  7. Cfr. ivi XL,  J7.
in Journ. of Hell. Si., XIV, p. 285, fig. 13. >
 —   292 —
39. Tre, volte sulla fac-cia A e quindici sull'oppo-sta. In tre casi controsegnato con  linea  graffita obliqua-
 
 
piuttosto pensare ad una tavola da libazioni o x;pvos, veduto dall'alto. ' Non senza
esitazione avanzerei l'ipotesi che il segno in parola potesse rappresentare, in forma
convenzionale, lo stesso disco scritto di Phaestos.
38. Una volta sulla faccia A.
Presenta l'aspetto di una lama
tagliente, fornita alla base di
un foro come per essere imma-
nicata, mente dalla base. In B fa parte di uh
gruppo di cinque segni che si ripete due volte (fig. 16). Sulla stessa faccia ; note-
vole un gruppo (fig. 18) costituito da questo segno, dalle onde (n. 24) e dalla testa
di cane (n. 12), gruppo che si ritrova sulla faccia A.
40. Tre volte su ciascuna fac-cia. In due casi preceduto dal pileo (n. 39).
Ha l'aspetto di un pileo, sormontato da un corto apex, per cui ricorda gli elmi apicati di bronzo e le loro imitazioni in terracotta, comuni nelle primitive necropoli tarquiniesi e aventi certo un carattere rituale.
42. Due vol-te sulla faccia A, in mezzo a gruppo.
45. Una volta sulla faccia B, in mezzo a gruppo.
 
 
 
41. Cinque volte sulla faccia B, alla fine del gruppo di cinque segni (fig. 16) che si ripete due volte.
 
43. Due volte sul-la faccia B.
 
 
44. Una volta sul-la faccia B, in prin-cipio di gruppo, controsegnato con linea graffita.
Delle 45 variet; sopra enumerate 24 si ripetono su ambedue le faccie, 11 sono particolari della faccia A,  io della B.
I 123 segni della faccia A formano 31 gruppi e i 118 dell'opposta 30 altri gruppi, distinti fra loro per mezzo delle linee verticali granite.
Come in ogni scrittura s'incontrano frasi e, pi; spesso, parole uguali, cos; pure sul disco certi gruppi si ripetono identici a breve distanza ; in A quattro gruppi (fig. 15) e in B uno (fig. 16) ricorrono due volte ciascuno; un gruppo del lato A si ritrova tre volte (fig. 17) e un altro ; comune ad ambedue i lati (fig. 18). Se nei gruppi ripetuti qualche differenza v';, questa consiste soltanto nel verso in cui certi'segni sono stampati (fig. 15^).
1  XANTHOUDIOIS,  Cretan Kernoi ip B. S. A., XII, p.  17, fig.  5.

 — 293  —
Si deve inoltre notare che alcuni segni, la pelle di animale (in due casi), la testa di canei l'edificio si ripetono due volte di seguito, come in una parola puo ripetersi di seguito la medesima lettera o sillaba; e che qualche aggruppamento di due segni, per esempio la testa piumata preceduta dal disco, e molto frequente e
 
 
 
 
Fig. 15. Gruppl che si ripetono due volte sulla faccla A.
sta piuttosto alia fine che al principio dell'intero gruppo, quasi si trattasse di un suffisso o di una terminazione bisillaba di uso comune.
La divisione in gruppi e del piu grande interesse riguardo alia questione se le figure del disco abbiano un valore soltanto ideografico o non pure fonetico.
Mentre nelle scritture geroglifiche dell'Egitto e del paese degli Hetei non esi-stono speciali segni divisori, questi si trovano invece in iscrizioni geroglifiche e lineari della Creta minoica. Nel caso delle iscrizioni geroglifiche non e certo se tali
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segni distinguano parole o frasi;1 ma in una iscrizione del piu antico tipo lineare di Phaestos i due punti incisi sembra che nOQ pOSSanO^indicafe.;ltrOJ^..non,fodh^j-
 
F^g. 16. Gruppo che si ripete due volte Sulla faccla B.
sione fra una parola e l'altra.2 I punti distinguono certo parole in iscrizioni fenicie, per esempio, nella famosa pietra di Moab,' e aste verticali o punti indicano altresi la fine
 
Fig. 17. Gruppo che si ripete tre volte sulla faccia A.
e il principio di parole su  iscrizioni   greche arcaiche ed etrusche. Quale divisione stabiliscono  dunque le  Jinee  del  disco  graffite verticalmente ?  Separano  parole o
 
Fig. 18. Gruppo che si trova su ambedue le facce.
frasi? A questo proposito si deve osservare che in ciascun gruppo il numero delle
figure varia sempre da due a sette e precisamente vi sono: .
gruppi    6 con 2 segni;
»      16    »    3     »
»      21    »    4     »
»       13    »    5     »
»       2     »    6     »
»        3    »    7     »
cioe predominano i gruppi da 3-5 segni, son rari quelli di 2, e rarissimi quelli di 6-7. Ed eun fatto che un numero di segni in predominanza variabile da tre a quattro
EVANS, B. S. A., VI, p. 61. ' TAYLOR,  The Alphabet, I, pp   207, 208.
HALBHPRR, Mon. Ant.,' XUI, c. 26 e segg., fig. 11.
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e scarso per parole composte di soli segni alfabetici, e quasi insufficiente per formare frasi in cui i segni rappresentino esseri, cose o idee, ma invece e giusto e normale per le parole di una scrittura sillabica.
II sig. Evans, osservando che sulle pietre incise della Creta primitiva le pitto-grafie ricorrono quasi esclusivamente in gruppi da due a sette e i piu frequenti sono di due o tre, gia. inclinava a credere che quei caratteri avessero un valore sillabico.1 Ora questo mi sembra che possa verificarsi per le figure del disco. Le linee verticali in esso, come anche i punti sulle piu antiche iscrizioni fenicie, siille greche arcaiche ed etrusche distinguono verosimilmente non gia le frasi, ma le parole e di conseguenza la scrittura sembra composta almeno in parte di segni fonetici, sebbene altri possano conservare il valore figurativo e simbolico, corrispondente al generale aspetto estrin-seco della scrittura.
Questa scrittura del disco che ammette dei mezzi tecnici progrediti come l'uso di punzoni, che mostra tipi sicuri e gia alquanto stilizzati, apparisce quale una scrittura non gia. primordiale ma evoluta e non e quindi improbabile che essa sia uscita dalla fase puramente ideografica ed abbia raggiunto quel grado di sviluppo, nel quale i segni d'una scrittura cominciano ad essere impiegati per i suoni che rappresentano, divenendo sillabe.
Io credo insomma che alia bella scrittura del disco non si possa negare un
grado di sviluppo simile, non dico a quello della scrittura geroglifica dell'Antico
Impero faraonico, ma per lo meno a quello della scrittura hetea, la quale viene
riconosciuta appunto come una scrittura in parte ideografica, in parte fonetica con
l'uso di determinativi.3 '
 
II disco con le sue figure rappresenta un documento prezioso della cultura, del-l'arte e della scrittura del popolo al quale spetta il merito d'averlo prodotto. II fatto che si e rinvenuto a Creta, nella residenza del signore di Phaestos, non basta ad assicurarci che sia pur questa una creazione del gehio cretese, un nuovo documento della civilta mtnoica. Come alia reggia di Knossbs affluivano i prodotti deH'industria e dell'arte da stranieri paesi: vasi e statuette di sienite, di alabastro e di diorite con iscrizioni geroglifiche dall'Egitto,3 cilindri in lapislazzuli dalle regioni dell'Eu-frate,4 vasi dipinti da Melos,s come ad Haghia Triada, fra i varii generi di pratico
1 EVANS,  Cret. Pict. in Journ. of Hell.  St.,  XIV, fig. 21 ; VIII, p. 121 e segg., fig. 72; IX, p. 98 e seg.,
p. 300 e seg. fig. 67.
• SAYCE, Les Hitiemft.  138; JENSEN, Hittiter  und * EVANS, B. S. A., VII, p. 68.
Armenier. S EVANS, B. S. A., IX, p. 49 e segg., fig. 26.
3 EVANS, B. S. A., VI, p. 27; VII, p. 64 e se


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