Attacco Terroristico ExitLa storia di un mistico,

 La storia di un mistico, un thriller. Attacco terroristico 'Exit'
Grandine rapida caduta dappertutto..., potente e incessante... o qualcosa di simile... Cos; intensa che gli schienali delle sedie tremavano come per i colpi di artiglieria.
"Tra... ta... ta... tra...ta...”
Alcuni chicchi di grandine erano cos; forti che trapassavano i robusti schienali dei sedili e fischiavano sopra le teste delle figure che giacevano tra le file di sedie e che, di recente, erano state chiamate "Spettatori". I chicchi di grandine armeggiavano in tutti gli angoli, come se cercassero "chi inchiodare per sempre alle sedie di pelle?"
"LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE! PER SEMPRE!" la rumorosa grandine fischi; la sua melodia apocalittica.
Anya pianse, sussultando ogni volta per i clic acuti...
"Mamma!" Mamma...
"Silenzio, ci sentiranno... Accovacciati, la mamma ; qui da qualche parte, sta bene...”
Anche se, chi potrebbe sentire due bambine in un vortice di crepitii, urla, pianti e fuoco...?
"Katya, temo..." "Katya", chiam; la sorella quando voleva chiederle qualcosa di importante.
"Katya, dammi le tue caramelle perch; ne voglio di pi;! Altrimenti, dir; a mia madre che sei seduta al computer di notte, ti metti il rossetto e esci con un ragazzo dai capelli rossi della porta accanto".
Katya pieg; la testa della bambina il pi; in basso possibile e premette il suo corpo tremante contro di lei.
"Zitto... shhh Stiamo strisciando laggi;..., vedi il cartello verde brillante? "C'; scritto EXIT?"
In quel momento ci fu un botto e le sedie in ecopelle di terracotta brillarono quasi festosamente per i bagliori delle luci, diventando ora marroni, ora rosse, poi blu... ; come se qualcuno avesse acceso una pubblicit; al neon tossica per un club locale a buon mercato.
"Amici! Questo ; un concerto di beneficenza divertente! Tutti dovrebbero divertirsi! Tra... quella... quella.... Colpo.... Ti stai divertendo?!" Crepitavano con la tappezzeria che scoppiava, esponendo le interiora dell'ovatta come denti bianchi e sciolti. "Devi divertirti un sacco, ecco, ecco!  traccia, traccia!"
Le ragazze strisciavano tra le sedie, timorose di alzarsi. Gli occhi di Katya cercarono sua madre nelle aperture dei sedili. Quando ; iniziato, la mamma si ; allontanata, dicendo: "Aspetta un minuto, vai in bagno". Il mondo ha avuto il tempo di crollare e bruciare... ...
Katya, attraverso gli spazi vuoti tra le file di sedili, vide uomini e donne correre. Alcuni si piegavano come se cercassero di mimetizzarsi con l'ambiente circostante e quindi passare inosservati. Un giovane snello, molto vicino a loro, saltava a gambe alte sopra gli ostacoli dei sedili vuoti, superandoli con sorprendente facilit;, come un cavallo da corsa nelle corse pi; importanti dell'anno.
Ci fu uno schiocco della stessa grandine e il giovane, inciampando sulla spalliera di una delle sedie, cadde tra le file.
Katerina si strinse a terra... Poi, guardando fuori, vide solo la gamba del ragazzo impigliata nella sedia... —"Perch; sta sdraiato cos;, ; scomodo?!"
"Katya, non farlo", si lament; la piccola Anya, "non uscire, ci vedranno..."
"Non piangere cos; forte." "Anche se queste parole erano prive di significato: c'erano
rombi, crepitii di grandine e proiettili, urla, pianti... L'aria soffocante e fumosa era sovra satura di suoni... Il mondo stava crollando...
Katya, cercando il vestito familiare di sua madre ai piedi delle sedie (all'improvviso lampeggia!), vide il vestito di qualcuno; la sua mano sul pavimento, tra i due sedili, si contraeva ritmicamente e, a tempo con la strana danza, i piccoli orsetti di metallo del braccialetto tremavano sul suo polso, come se danzassero al ritmo di una musica allegra...
"Mishka, orso, dammi la tua grande zampa", sussurr; Katya una canzone del suo disco preferito, che spesso ascoltavano di notte in quell'altro mondo. Canticchiava e accarezzava dolcemente la sorella, aggiustandosi di tanto in tanto il cappellino di perline che portava in testa. Katya non riusciva a capire perch; gli animali di metallo stessero danzando sul braccialetto rossastro.
"Mamma... Mamma", singhiozz; Anya, continuando a strisciare verso chiss; dove, aggrappandosi ai vestiti di sua sorella... Un berretto di perline era miracolosamente tenuto in testa, anche se l'abito bianco aveva cessato di essere un vestito bianco, ma assomigliava a un folle progetto di uno stilista sociopatico creativo con il suo tessuto strappato e inzuppato di rosso.
"Ragazze mie", sentirono un sussurro soffocato, "sono qui, ragazze, siete vive!" Non siete ferite?
"Mamma!"
"Mamma..., siamo al sicuro, mamma... Ti stavamo cercando, mamma...”
"Sbrigati!" L;! La mamma, che si chiamava Emma, indic; con una mano tremante una porta con un'insegna al neon che diceva "EXIT". Teneva le figlie strette a s;, anche troppo forte, per paura di perderle di nuovo di vista.
"ENTRATA E USCITA"
"CHI VIENE DA NOI E COMPRA IL NOSTRO BELLISSIMO PRODOTTO ESCLUSIVO CI LASCER; DRITTI IN PARADISO!"
"Negozio di abbigliamento donna "ENTRATA E USCITA"... – quante volte ho camminato allegramente tra le sue monotone file! Perch; ; nella mia testa?" – Emma strinse gli occhi – forse ; tutto un sogno? Oppure, qualche sfortunata presentazione... qualcosa..., qualcosa di insensatamente selvaggio... E non strisciano tra le file in fiamme in direzione della via di fuga, e i proiettili non fischiano sopra le loro teste, lasciando buchi nelle sedie di pelle rossa (ora, di sicuro, rossa)? Cosa sta succedendo?!"
Il tempo, come gommoso, allungato, annodato, come se non esistesse un orologio con un meticoloso quadrante di secondi e minuti.
"Mamma!" Ci hanno visto! Katya url;, e la sua voce si fuse con il rumore generale di urla, gemiti e spari.
"Ci sono quei terribili zii", grid; di nuovo la piccola Anya.
"Sbrigatevi, ragazze mie, strisciate, mancano solo un paio di metri..."
Emma, con le mani che tremavano appena, strinse a s; le figlie e, facendo uno sforzo, si alz; dal precario riparo degli spettatori. Non c'erano spettatori in quel momento, e quelli che erano ancora seduti assumevano pose scomode e congelate...
Dando una rapida occhiata in giro e non vedendo nessuno nelle vicinanze (forse a causa del fumo, o forse perch; non voleva vedere nessuno), si precipit; verso l'insegna al neon salvavita "EXIT".
Dietro di lei, sent; un crepitio e nella sua visione periferica intravide il fuoco che si avvicinava.
Era lui, era lui che urlava e crepitava e si rotolava con tutta la sua massa innaturalmente arancione, cercando di afferrare i fuggiaschi per le gambe...
Si precipitarono nel corridoio, lungo e fioco, come se fossero illuminati da lampade invisibili dall'interno, fioche e fredde.
Anya singhiozzava, aggrappata a sua madre, ma Katya era completamente calma... O, semplicemente, sembrava cos; nel bagliore dei lampi rossastri.
"Mamma, siamo scappati?" —Katya sussurr;, voltandosi verso il punto in cui l'inferno infuocato si trovava dietro di loro.
"In fondo al corridoio, ragazze!" Velocemente! Emma si muoveva lentamente ma costantemente, letteralmente, trascinando Anya, che era appesa sopra di lei, che riusciva a malapena a muovere le gambe. La paura attanagliava il suo piccolo corpo.
"Grazie a Dio siamo salvi, ancora un po' e ce ne andremo da qui..."
"Mamma!" Katya url; e si blocc; sul posto.
Alla fine del corridoio dove si muovevano i fuggitivi, apparve una figura alta e scura. Stava in piedi con le gambe divaricate, dando le spalle alla donna e alle due ragazze. L'urlo sembr; attirare la sua attenzione, e la figura scura si volt; bruscamente verso i fuggitivi spaventati. Si ud; un suono familiare di scricchiolii.
"Vuoi i fuochi d'artificio? Sar; ora! Mamma, voglio pi; stelle filanti! Basta, ragazze, basta, pap; non mi ha detto di sparare cos; tanti petardi e bruciare cos; tante luci!" – strane immagini turbinavano nella testa di Emma. Sembrava passata un'eternit; da quando l'enorme figura si era girata nella loro direzione, con questo mostro in mimetica che teneva in mano una mitragliatrice.
Tuttavia, pass; solo una frazione di secondo prima che Emma afferrasse saldamente le sue figlie e le bloccasse contro il muro. "
Guarda", sussurr; a Katya, "c'; una piccola nicchia qui!" L;!
L'uomo in mimetica prese il suo fucile d'assalto e si diresse verso l'urlo.
I proiettili cominciarono a volare via dalle pareti del corridoio, come se stessero giocando a una specie di ping-pong infernale.
"Ha cos; tanti proiettili!" – Katya riusc; a sorprendersi, come se, come accade a ragione, fosse caduta da una realt; pericolosa – "Forse ; un robot? Tutto questo ; un gioco noioso? Perch; mi hai comprato questo schifoso gioco!"
La figura si avvicin;, sparando con le mitragliatrici su tutte le pareti del corridoio.
Anechka cominci; a piangere, mordendo letteralmente il palmo della mano di Emma, che si mise la mano sulla bocca. Il sangue scorreva lungo il palmo della donna... In una piccola nicchia piatta erano stati abbozzati oggetti di scena teatrali. Fu tra loro e il muro che le nicchie si congelarono in un terrore intorpidito. La figura pass; accanto a loro con un fragoroso schianto, senza risparmiare proiettili per il suono, poi si ritir;, girando l'angolo all'estremit; opposta del corridoio.
"Mamma, penso che se ne sia andato..." Hai il sangue nel palmo della mano! Anya ha morso?
"Va tutto bene, mi sono fatta un graffio". Anya, come stai?
La ragazza rimase in silenzio, ma le lacrime le sgorgarono dagli occhi. Si ud; un fruscio da sotto i puntelli che li aveva salvati.
Emma sussurr;, e la sua immaginazione immagin; la stessa figura con una mitragliatrice che ora sarebbe saltata fuori dalla spazzatura teatrale con una maschera da giullare e li avrebbe finiti tutti. Oppure... ; un oggetto di scena che prende vita, orgoglioso del fatto che finalmente ; stato ricordato e potrebbe essere utile...?
«Sono io, K-Karl. Un giovane magro strisci; fuori da sotto i suoi abiti impolverati. Era spaventato, tossiva e balbettava leggermente.
"Corriamo!" L;, dovrebbe esserci un'uscita per la strada pi; avanti! Veloci! Emma gett; ancora una volta un'occhiata incredula agli oggetti di scena "rianimati" e, senza fare altre domande a Carl, che apparve dalla spazzatura, non lasci; andare le ragazze, si precipit; a lato del corridoio da dove pochi istanti prima era apparsa la figura di un mostro mimetico con una mitragliatrice.
"Mamma, perch; c'; un'uscita?" Disse Katya con voce strozzata.
Ancora una volta, ; del tutto inopportuna, mi sono ricordato del gioco per computer "Uccidi il mostro!" e delle tre vite che vi sono state offerte per questo scopo. In quel tempo incoerente, le sembrava persino che avessero anche tre vite, e ne avevano gi; passate due, ne era rimasta solo una, e ora non c'era modo di sbagliare!
"Mamma, sto sanguinando!" Katya gemette e cominci; a scuotere la spalla, da cui sgorgava un sottile rivolo di liquido scarlatto.
Emma tir; gi; la manica del maglione della ragazza che gemeva e premette la bocca sulla ferita sulla spalla di sua figlia. Il sangue ha smesso di trasudare... soltanto... un graffio.
"Katya, ; solo un graffio. Niente di grave. Correre! Vedi il cartello verde "Exit"? L;!
"Ma mamma, il cartello ; in giro, come facciamo a sapere dove punta la freccia?!"
"; solo che, figlia, se lo appoggi al muro, tutto diventa chiaro. Come andavi a scuola?!” Emma cerc; di sorridere.
"; brutto, mamma, sai.”
Un gruppo di quattro persone spaventate, senza guardarsi intorno, senza voltarsi indietro, nonostante l'affollamento intorpidito, ha iniziato a muoversi abbastanza velocemente verso la presunta uscita. Non avrebbero rallentato il passo, anche se una figura terrificante fosse apparsa dietro di loro, anche se avesse premuto per sputare proiettili mortali dalla bocca dell'aggeggio infernale, non si sarebbero fermati, non si sarebbero voltati, non avrebbero cambiato passo.
Pi; avanti, tra le nuvole di fumo, i fuggiaschi videro le figure incombenti, ... Si sentiva il rimbombo delle voci e il fumo soffocante diventava quasi insopportabile.
"L;!" Gi; per le scale! Veloci! Karl si risvegli; all'improvviso, come se avesse davvero approfittato di una nuova, fresca, ultima vita: «Andr; tutto bene!”
Aveva forza nella voce e nelle mani. Afferr; la donna e le ragazze a braccia e le trascin; fino alle scale, appena visibili tra le nuvole di fumo.
Tutti i corridoi erano pieni di gente che correva, o meglio, si insinuava l'una nell'altra. Una fuga precipitosa minacciosa accompagnava il panico, o il panico accompagnava una fuga precipitosa...
"Insieme siamo forti!" sembravano cantare, orgogliosi del successo del raccolto e scuotendo i lampi rossi del fuoco.
"Mamma, ho paura", la piccola Anya ha iniziato a piagnucolare di nuovo e ha cercato di resistere, afferrando tutto ci; che le capitava a tiro con le sue mani sottili...
Ma la sorella non le permise di continuare a lamentarsi, si copr; il capo con la sua giacca logora, e tutto il gruppo si strinse nel fiume di gente, scendendo come una valanga dalle montagne fino all’ancora di salvezza...
"Alla ringhiera!" Accoccolati alla ringhiera! Url; Carl, muovendo vigorosamente i gomiti.
"S;! C'; una via d'uscita! "Il flusso d'aria fresca divenne palpabile, e con esso l'imminente fuga dall'inferno.
"Che cos'era?!" - la gente gridava l'una sull'altra mentre si accalcava all'uscita della sala da concerto.
Lo spazio intorno all'edificio tremolava con le luci blu delle ambulanze, della polizia e dei vigili del fuoco. I soldati con le mitragliatrici correvano all'interno dell'edificio, circondavano la piazza, gli elicotteri volteggiavano.
"Mamma!" Siamo scappati! Katya cerc; di essere gioiosa, ma le note isteriche della sua voce rauca ebbero la meglio su di lei.
"S;, figlia, ma... Ambulanze..., andiamoci, sbrigatevi, la spalla ; ferita.
"S;, mamma, e il tuo palmo sanguina". Anya, tu sei in buone condizioni?
Anya singhiozz; solo in risposta. Emma esamin; rapidamente il viso e le mani di sua figlia. Mi strinse a s;. Sulla testa della ragazza, aggrappandosi ai capelli, un berretto di perline giocava con la luce delle luci azzurre del caos generale.
"Sei al sicuro..." Grazie a Dio! E tu, Carl?
Il giovane se ne stava in silenzio accanto ai suoi nuovi conoscenti nella sventura. Era come se in quel momento fosse incatenato dalla consapevolezza di ci; che stava accadendo.
«Carlo?»
"S;, v.. in... gentilmente, tutto ; intatto... Evviva", sussurr; dolcemente, "Andr; tutto bene...
"Eri solo?" Chiese Emma al giovane coraggioso che aveva avuto sonno. "Con chi sei venuto?"
"Ero con una ragazza... la mia ragazza... Non so dove sia. Quando tutto ; iniziato, ci siamo persi... Spero che stia bene", rispose Carl con calma, cercando di essere sicuro della speranza.
«Figlie, Carl, andiamo avanti, vedete?» I medici stanno correndo da noi. Ci aiuteranno!
Una dozzina di uomini e donne in camice bianco sopra le loro vesti corsero verso la folla che, come la pasta di un tubo, veniva spremuta fuori dalle porte del complesso con il nome solenne e misterioso:
"NIRVANA! ; QUI CHE IL MIRAGGIO DIVENTA REALT;!"
"Siamo qui, siamo qui, i sopravvissuti!" Url; Emma, cercando di avvicinarsi ai paramedici che correvano nella loro direzione. Le sue gambe divennero come se fossero di cotone.
"Abbiamo delle ferite qui... polmoni", aggiunse Emma, come per scusarsi. Con tutta la sorpresa possibile date le circostanze, not; una cosa strana: che non erano particolarmente interessati. I medici hanno trascinato i gravemente menomati sulle barelle, alcuni erano gi; sotto flebo, con maschere di ossigeno.
"S;... siamo un po' feriti...» Emma termin; il suo discorso con una nota negativa. Voleva sedersi proprio l;, sul marciapiede, e non muoversi pi;. Ma, ragazze... Sono stressati, sono feriti...
"Ragazze, Carl! Uscite, ambulanze, andiamoci, ci portano all'ospedale!
"Abbiamo inalato gas, eravamo feriti e stressati, ... Ci aiuteranno. Ripet; la donna, accelerando il passo e stringendo forte le mani delle due ragazze. Carl si sedette accanto a lei.
La prima auto con una croce rossa, che era davanti a loro, si stava rapidamente riempiendo di feriti. Al centro della cabina, quattro inservienti trasportavano una barella, sulla quale giaceva una donna con una pipa in gola, avvolta in un lenzuolo d'argento.
"; un astronauta alieno", uno strano pensiero attravers; la mente di Carl.
"ISCRIVITI AL CIRCOLO DEI GIOVANI COSMONAUTI! SBRIGATI, CI SONO POCHI POSTI!" "Che diavolo sta succedendo nel mio cervello?!" – Carl si scroll; di dosso gli strani e inappropriati pensieri..., strinse gli occhi, come se cercasse di svegliarsi.
"Sbrigati!" Ci sono pochi letti nell'ospedale pi; vicino, potremmo dover portare i feriti in un altro centro di ambulanze..." le parole del paramedico furono soffocate dal rumore di un elicottero, che volteggiava incredibilmente basso sopra la piazza di fronte alla sala da concerto con un nome promettente:
"NIRVANA! DOVE UN MIRAGGIO DIVENTA REALT;!"
"Prendi anche noi!" Siamo feriti! ... davvero..., ; facile, rispetto a...", si lament; Emma, cercando di afferrare il medico, che si agitava sulla barella con lo "straniero". Era come se non volesse sentir parlare delle piccole ferite di sua madre, delle sue due figlie e del suo fidanzato.
Emma, nonostante l'assieme di passeggeri nelle auto, sollev; le figlie, una per una, nell'ambulanza, e salt; lei stessa con destrezza, anche se la scala per sollevare le persone era stata rimossa. Carl era gi; dentro. Si sedette in posizione eretta sul pavimento, incastrato tra le bombole, forse con l'ossigeno.
L'auto si allontan; al suono delle sirene e allo sfarfallio di un giradischi blu, come se si stesse spronando: "Andiamo! Si pu;! Il premio sar; vostro!"
«Dottore», cominci; Emma, cercando di nuovo di farsi sentire dal dottore pignolo, «figlie mie..., una di loro ; ferita, la mia spalla, il mio palmo ; tagliato, ci porter; all'ospedale, perch; stiamo gi; andando, giusto?» La donna abbass; la voce in modo persuasivo.
Ma l'ostinato medico non reag;, esegu; alcune astute manipolazioni con i tubi e i palloncini sopra la barella, fiss; la maschera sul viso pallido e striato di nero delle disgrazie della donna, mentre l'infermiera installava la flebo, gonfiando la vena del paziente con forti colpi dell'estremit; del palmo.
"Non vogliono ancora parlare con noi", sospir; Emma, "va bene, verremo subito".
"Mamma, ho sete", Anya sembr; svegliarsi da un breve oblio e ricominci; a piagnucolare...
"Sorella, tutto ; finito, tutto sar; dimenticato e tutto andr; bene, ora verremo, berrai e mangerai. Katya abbass; la voce e termin; il suo discorso rassicurante, con la stessa calma con cui non credeva alle sue parole.
"Stai sanguinando molto dal braccio. Disse Carl, facendo un cenno a Emma. Si raffredd; sollevandosi la camicia sul petto con la mano. Tutto il resto dei vestiti era sparito. Aveva caldo nonostante la stagione fredda.
"Che cos'hai, Carl?!" Emma fiss; la maglietta ondeggiante del giovane, con la quale cercava di rinfrescarsi, come un mantice per soffiare il vento.
"Hai sangue su tutta la camicia!"
«; n...» N..on ; il mio sangue.... Non so dove mi sono sporcato. S;, potrei andare dappertutto! Sto bene. C'era un accenno di irritazione nella voce del giovane: "E spero che non sia il sangue della mia ragazza... Non ricordo da dove venisse, il sangue, ma... Non il mio.
Continu; a rinfrescarsi con la sua maglietta. Emma si avvicin; un po' di pi; a lui, con tutta l'attenzione che poteva fare in quel momento, guardando la camicia del giovane.
"Carlo!" Ci sono dei buchi nella maglietta! Cosa ; questo?! Quasi url;, allung; la mano e sollev; bruscamente la camicia del ragazzo fino al collo.
L'intero stomaco e il petto del giovane erano pieni di buchi... piccolo, con bordi rossi e neri... Un liquido scuro trasudava da alcuni dei fori.
Il giovane si guard; il petto e con un movimento brusco si abbass; la maglietta, come se fosse arrabbiato con la donna curiosa che vedeva qualcosa di segreto sul suo corpo, che lui stesso non aveva intuito fino a quel momento.
«Carl» gemette Emma, senza capire nulla. Per un attimo le sembr; persino di essere una bambina e di andare con la madre al mare, dove sarebbe stato molto divertente giocare con le pistole e macchiarsi a vicenda le magliette con la vernice rossa......
Emma sollev; bruscamente la testa e guard; intensamente le sue figlie.
L'ambulanza vol; veloce, rimbalzando sui dossi dove si trovavano e ondeggiando violentemente come un'astronave che attraversa la stratosfera.
La piccola Anya si era improvvisamente calmata e ha persino iniziato ad appisolarsi, cullata dal dondolio.
"Katya, mostrami la tua spalla." Emma guard; sua figlia con gli occhi spalancati. Le sue labbra tremavano.
"Mamma, ; quasi guarita, il dottore visiter; in ospedale, perch; finalmente arriveremo..." S;?
Emma, senza ascoltare la figlia, si tolse dalla spalla la manica gi; strappata e insanguinata del maglione, poi apr; il colletto del vestito un tempo blu
(l'aveva comprato per la figlia per i suoi dodici anni) e si appoggi; allo schienale, come se avesse ricevuto un colpo inaspettato in pieno viso.
Il sangue della ferita sulla spalla di sua figlia non colava pi;, non le colava pi; lungo il braccio, ma la scorta dei suoi rivoli, tingendo il vestito del loro colore preferito, veniva reintegrata dai puntini nero-rossi sul collo e sul petto della ragazza.
"Non ; vero... ; solo una stanza che ride! S;?! Vi ricordate, ragazze, come ridevamo delle nostre brutte figure negli specchi storti?!"
Emma sbotton; lentamente il vestito di Katya... pulsante dopo bottone, come se si stesse guadando un campo minato. Una catena di puntini neri come il sangue attraversava i seni sottili e pallidi di sua figlia, che erano gi; cotti ai bordi, ma in alcuni di essi il sangue pulsava ancora come la lava di un vulcano morente. Lei, questa lava, sembrava promettere: "Ora tutto andr; bene, il vulcano si ; abbassato, e non turber; la serena felicit; per i prossimi mille anni!"
Emma guard; dritto negli occhi sua figlia, come se cercasse la conferma che era tutto solo uno stupido scherzo di quel ragazzo dai capelli rossi che prendeva costantemente in giro lei e le sue figlie. "Tu, brutto ragazzo! Cosa vuoi?! Emma era solita sgridarlo, con aria severa, quando dipingeva le bambole delle sue figlie, e a volte il naso delle loro proprietarie, con la vernice verde. Ma lei non parlava, sorrideva soltanto, il ragazzo era allegro e gentile, dopotutto aiutava spesso le ragazze a fare i compiti... e portavano le loro valigette piene di libri di testo che nessuno voleva leggere... Lui...
"Mamma..., ; stata la grandine che ha bussato alla mia porta, non mi ha fatto male", disse Katya monotona, annuendo al ritmo del movimento dell'auto.
Carl, muovendo la mano sotto la maglietta che perdeva come se tenesse qualcosa sul corpo, la cosa pi; preziosa che potesse scomparire, si alz; dal sedile e, chinandosi senza guardare gli altri passeggeri dell'ambulanza, si diresse verso le porte di carico sul retro dell'auto, come per aprirle mentre procedeva.
"Carlo!" Dove stai andando?! Stiamo andando, tu lo distruggerai...» Emma si interruppe improvvisamente.
Si volt; rapidamente verso la figlioletta addormentata e le strinse forte la testa con entrambe le mani. Il berretto di perline le vol; via dalla testa... Un po' troppo facile, come se stesse aspettando questo momento cos; importante.
Emma scrutava avidamente ogni frammento della pelle bianca di sua figlia, cercando..., non sapeva che... Sollevando i capelli aggrovigliati e delicati dalla testa della ragazza, Emma vide... Una ferita aperta sulla nuca di una bambina la fissava, piccola ma profonda..., molto profonda... Il sangue era incrostato intorno al buco spalancato... ; gi; cotto... Emma raccolse meccanicamente il cappello dal pavimento... e cominci; a torcerlo con le dita tremanti. Il berretto si sbriciol; tra le sue mani, le perline sbattevano sul pavimento come gocce di pioggia leggera... "Come ha fatto a reggersi, il berretto? Come lei...?..," ripet; ed Emma, come se la risposta a quella domanda fosse la cosa pi; esplicativa e pi; importante della sua vita.
"Andr; tutto bene. Karl pronunci; una breve frase e, semicurvo come un lanciatore di disco prima di lanciare, si avvicin; alle porte a battente posteriori dell'ambulanza e le attravers; con calma, scomparendo alla vista della donna immobile e congelata, che non riusciva a capire cosa ci fosse che non andava.
Passarono un secondo o mille secondi, Emma non sent; il tempo... Alla fine, si guard; la mano, sollev; lentamente la manica della giacca fino alla spalla... Il sangue non colava dal palmo della sua mano.
Con le dita tremanti, come se premesse il pulsante rosso della guerra atomica, si sent; la spalla, il collo..., sollev; l'orlo della giacca... Il suo stomaco era cosparso di ferite da grandine come di perline... Proiettili....
Ne tocc; uno e non sent; nulla.
"Ragazze mie, andiamo!" Emma grid; cos; forte che il dottore, che stava evocando la barella, alz; improvvisamente lo sguardo. I suoi occhiali riflettevano bombole e tubi di ossigeno sulla parete dell'interno dell'ambulanza.
... Guard; attraverso una donna.
Emma afferr; le mani delle ragazze pi; forte che poteva, ed esse seguirono il percorso di Carl, che pochi istanti prima si era alzato in silenzio ed era uscito dalla porta sul retro, chiusa come da uno zombie.
La madre e le sue figlie si sono ritrovate sulla strada, dove c'era sorprendentemente luce, con molte luci di ambulanze e camion dei pompieri. "Non hai avuto il tempo di andare da nessuna parte?" – un pensiero inutile balen; nella testa della donna.
"Emma, sono io, K." A... Arl! Sei fuori anche tu! Benissimo! Guardate quanta gente c';! Stanno arrivando! Per qualche ragione, il giovane, che indossava una maglietta marrone con motivi di fori di proiettile, parlava felicemente.
"Andiamo con loro!" "Era come se il giovane fosse stato sostituito, i suoi occhi erano gioiosi, persino felici...
Emma indietreggi; involontariamente, non tanto per lo strano ragazzo quanto per la sua brusca trasformazione.
"Dove?" Chiese Emma a bassa voce.
Katja, liberando la mano dalle forti dita della madre, si diresse silenziosamente verso la folla indicata da Karl, che camminava da qualche parte nell'oscurit; senza nemmeno fare il rumore dei passi.
«Vieni», sussurr; Emma, che ancora esaminava incredula il giovane, «che cosa gli succede? Non erano passati nemmeno cinque minuti..." – come se tutto il resto fosse ordinario e comprensibile...
«Uscite», ricord; Emma, «Esattamente! Dobbiamo cercare una VIA d'USCITA! Poi abbiamo sbagliato, dobbiamo aver sbagliato strada..."
La piccola Anechka annu;, sorridendo per qualche ragione, come se le fosse stata regalata una bella bambola, e cominci; a girare come in un ballo rotondo a una matin;e per bambini.
Emma si volt; nervosamente, per non vedere la ferita marrone sulla testa della ragazza, che era incompatibile con la vita terrena, poich; si esponeva quando la bambina le voltava le spalle.
"Mamma!" Dai un'occhiata! Posso farlo come un cigno! E la bambina, ridendo allegramente, agitava le mani pallide come se fossero ali. I riflessi delle luci rosse e blu davano alla sua danza un aspetto etereo.
"Mamma!" Ora posso volare! Guarda! Puoi farlo, Katie?
Emma non sapeva dove fosse il loro "tempo", ma la sensazione che il tempo finisse "qui" e iniziasse "l;" era struggente e poco dopo "; tempo per noi di...”
Lentamente, sostenendosi l'un l'altro, si avvicinarono alla folla, si fusero con essa, camminando nella direzione opposta rispetto al tramonto, dove era "ora" per loro..., dove, secondo il loro sentire, ci dovrebbe essere..., sicuramente ci sar;, ALBA... e l'ambita "EXIT"... o... "INGRESSO"? Non lo sapevano... Ma chiaramente, come non mai, si sentivano che... L; ANDR; TUTTO BENE...

Elena Serebrovskaya


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